Grazie a te Enrico, apprezzo molto le tue considerazioni! Sono felice quando riesco ad aprire dibattiti attraverso le mie opere! Ma eravamo allo IUAV nei stessi anni? (2005/2009)
Che bello vedere che c'è ancora qualcuno che non sputa sulle nostre origini, sulle nostre terre. Non lo dico con tono reazionario e nazionalista, ma con una vena romantica. Condivido appieno la tua riflessione sulla scomparsa graduale dei riti, che denota come la superficialità stia sempre più prendendo il sopravvento. Finché il pensare in primis non tornerà ad essere un rito (con i propri tempi e sequenzialità intrinseche del ''rito'') non solleveremo la testa. grazie, un tuo "collega" dallo IUAV.
Grazie Adriana, in queste tavole di bronzo è proprio il gesto che noi non vediamo a diventare evidente: i segni più o meno profondi, i cambi di grafia, le cancellazioni e correzioni...
E' vero, anche se poi i Romani sono passati pure loro, lasciando un bellissimo Teatro Romano... la cultura nasce dalla stratificazione, dai continui scambi... l'essere umano è questo. Ho sempre pensato che fosse assurdo usare le proprie radici come chiusura verso gli altri, e faccio mia questa frase di una canzone salentina:
“Se nu te scierri mai delle radici ca tieni
rispetti puru quiddre delli paisi lontani”
(Se non ti scordi mai delle radici che hai
rispetti pure quelle dei Paesi lontani)
"Le radici ca tieni", Sud Sound System (testo salentino)
Grazie Cara, l'aspetto rituale mi interessa molto, credo che il mondo stia perdendo la sua magia e il significato profondo delle cose proprio per la progressiva scomparsa di riti e miti.
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“Se nu te scierri mai delle radici ca tieni
rispetti puru quiddre delli paisi lontani”
(Se non ti scordi mai delle radici che hai
rispetti pure quelle dei Paesi lontani)
"Le radici ca tieni", Sud Sound System (testo salentino)
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