Caro Roberto e Salvatore, dopo anni che non seguo più il premio, mi ritrovo oggi a leggere questi commenti che mi portano al passato, nel senso che nulla è cambiato. Ho visto le opere finaliste e questa del curatore. Io non critico nè le opere nè gli autori. Ognuno è libero,pagando, di iscriversi a qualunqure concorso. La cosa grave è che le opere finaliste sono state scelte dagli stessi artisti selezionati. Quindi, se queste sono le premiate immagino le altre cosa sono. Per quanto riguarda quella del curatore, ripeto non stà a me criticare nè l'opera nè gli artisti, ma sarei curioso di conoscere la motivazione di Marras. P.S. Già da oggi stò pensando a cosa fare o meglio non fare per la prossima edizione. Saluti e buon Arte a tutti e due.
Ma quella cosa che vi fregiate di chiamare ARTE, non è universale?
E chi è il detentore del concetto di arte?
E l'immediatezza nella fruizione (artistica)?
Se nella società odierna, l'immagine mira all'immediatezza del messaggio (soprattutto commerciale)per venderti qualcosa, producendo come risultato un'appiattimento culturale e quindi una non-comunicazione, perchè contrapporre un sistema che comunque è altrettanto chiuso (solo per addetti ai lavori) e quindi non comunicativo?
Perhè accompagnare l'opera sempre con una didascalia chilometrica?
Forse per togliersi dall'imbarazzo del non aver prodotto nulla di realmente significativo?
... E meno male che eravate in gruppo...!
Parafrasando Jacques Derrida, "[...] Lo scritto è il morto orale".
Ora, se il verbo, comunicare, indica l'azione del mettere in comune; nella vostra installazione è espresso esattamente il concetto opposto, ovvero, il linguaggio (in questo caso, dato che si tratta di lettere scritte, il linguaggio verbale) che rinuncia a farsi comprendere e si inabissa nei "buchi neri" da esso stesso generati. Buchi neri, magistralmente simboleggiati dalla carta carbone.
Il tentativo di comunicare (mettere in comune) fallisce e il linguaggio comunica soltanto con se stesso: "Fine a se stesso".
Parafrasando Jacques Derrida, "[...] Lo scritto è il morto orale".
Ora, se il verbo, comunicare, indica l'azione del mettere in comune; nella vostra installazione è espresso esattamente il concetto opposto, ovvero, il linguaggio (in questo caso, dato che si tratta di lettere scritte, il linguaggio verbale) che rinuncia a farsi comprendere e si inabissa nei "buchi neri" da esso stesso generati. Buchi neri, magistralmente simboleggiati dalla carta carbone.
Il tentativo di comunicare (mettere in comune) fallisce e il linguaggio comunica soltanto con se stesso: "Fine a se stesso".
Comments 10
E chi è il detentore del concetto di arte?
E l'immediatezza nella fruizione (artistica)?
Se nella società odierna, l'immagine mira all'immediatezza del messaggio (soprattutto commerciale)per venderti qualcosa, producendo come risultato un'appiattimento culturale e quindi una non-comunicazione, perchè contrapporre un sistema che comunque è altrettanto chiuso (solo per addetti ai lavori) e quindi non comunicativo?
Perhè accompagnare l'opera sempre con una didascalia chilometrica?
Forse per togliersi dall'imbarazzo del non aver prodotto nulla di realmente significativo?
... E meno male che eravate in gruppo...!
Ora, se il verbo, comunicare, indica l'azione del mettere in comune; nella vostra installazione è espresso esattamente il concetto opposto, ovvero, il linguaggio (in questo caso, dato che si tratta di lettere scritte, il linguaggio verbale) che rinuncia a farsi comprendere e si inabissa nei "buchi neri" da esso stesso generati. Buchi neri, magistralmente simboleggiati dalla carta carbone.
Il tentativo di comunicare (mettere in comune) fallisce e il linguaggio comunica soltanto con se stesso: "Fine a se stesso".
Ora, se il verbo, comunicare, indica l'azione del mettere in comune; nella vostra installazione è espresso esattamente il concetto opposto, ovvero, il linguaggio (in questo caso, dato che si tratta di lettere scritte, il linguaggio verbale) che rinuncia a farsi comprendere e si inabissa nei "buchi neri" da esso stesso generati. Buchi neri, magistralmente simboleggiati dalla carta carbone.
Il tentativo di comunicare (mettere in comune) fallisce e il linguaggio comunica soltanto con se stesso: "Fine a se stesso".
Say something