Grazie Gianfranco.
Quello che in effetti si vede dell'opera, a porta chiusa, è la luce che filtra da sotto. Ho levigato di 4 mm la porta rispetto allo stipite per accentuarne l'effetto. Il viaggio, se uno lo vuole fare, è proprio.
...Se l'apertura completa della porta è ostacolata da una molla l'azione dell'osservatore risulta in qualche modo potenzialmente "solitaria " ed esperenziale,oltrechè dipendente da una "volontà" aggiuntiva nella fruizione totale dell'opera (Quella cioè di "voler" aprire ,con tutta la conseguente azione di sforzo fisico nell'apertura ) :trovo concettualmente interessante, infine ,una volta aperta la porta,l'invito al silenzio:come una concessione alla visione ma con una riserva...Complimenti!
Grazie Erin. La porta è sempre chiusa. E' montata una molla caricata al massimo che ne impedisce l'apertura completa. Solo un osservatore alla volta può vedere cosa c'è dentro. E ognuno lo vede con la mano sulla maniglia a fatica. E' un viaggio che dobbiamo percorrere da soli. E al di là delle porte ci sono quelle stanze della nostra mente che non vorremmo mai aprire.
Per la serie "non-aprite-quella-porta": non sai mai a quale aberrazione, quale scena di interno familiare - sempre troppo poco accogliente e a volte troppo familiari - tipiche dell'animale-uomo, puoi assistere inaspettatamente, e non sempre in piena coscienza cognitiva.
È interessante il tuo studio su questa serie. Soprattutto è interessante il modo quasi giornalistico in cui rappresenti la scena. Ci ri-catapulti bruscamente nella realtà, semmai ce ne fossimo allontanati e ci costringi a guardarci allo specchio volente o nolente.
Complimenti.
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Quello che in effetti si vede dell'opera, a porta chiusa, è la luce che filtra da sotto. Ho levigato di 4 mm la porta rispetto allo stipite per accentuarne l'effetto. Il viaggio, se uno lo vuole fare, è proprio.
È interessante il tuo studio su questa serie. Soprattutto è interessante il modo quasi giornalistico in cui rappresenti la scena. Ci ri-catapulti bruscamente nella realtà, semmai ce ne fossimo allontanati e ci costringi a guardarci allo specchio volente o nolente.
Complimenti.
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