L' Alfabeto Quadrato(Codice a Colpi)
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-Tutte le nostre carceri, per chi abbia orecchie da udire, risuonano notte e giorno, nelle celle e nelle passeggiate “all’aria”, di frasi, di parole, di cifre, di suoni inarticolati… E le risposte non si fanno aspettare...-
Il codice Morse è un sistema per trasmettere lettere, numeri e segni di punteggiatura per mezzo di un segnale in codice ad intermittenza.
Tali dispositivi sono funzionali ad una comunicazione strategica ...spesso di fortuna ...o addirittura clandestina.
Nell’ambiente carcerario o malavitoso si sono sempre usati codici Morse o “similMorse” di segnali a colpi come mezzo di comunicazione .Questi, hanno sempre avuto molta importanza per i detenuti, e in particolare per i detenuti politici(zaristi,comunisti,anarchici) per semplici comunicazioni correnti,per portare avanti l'attività politica clandestina anche dietro le sbarre, pianificare fughe,spesso per comunicare dentro-fuori quello che vi può essere di più importante per combinare la loro difesa, per stabilire l’alibi, trovar testimoni, far sparire le tracce…
Nelle carceri, le comunicazioni trasmesse con l’aiuto di colpi battuti su un oggetto, hanno avuto una così enorme diffusione che si sono dovute costruire apposite carceri in modo da poterne evitare i deplorevoli effetti: nelle carceri di Weimar si appesero pendoli sonori nei corridoi per disturbare le comunicazioni; in altre si costruirono celle con triplice parete. In altre ancora ci si accontentò di incaricare i sorveglianti di colpire, anche loro, quando avesssero sentito battere nella prigione; così da disturbare la comunicazione tra i detenuti o renderla alquanto impossibile…
L' " Alfabeto quadrato" è il codice Morse per eccelenza dei carcerati. Si differenzia dal Morse normale per la mancanza delle linee .Puo' essere visualizzato con un quadrato di lettere con 25 scompartimenti: 5 file orizzontali di cinque lettere ciascuna.Ogni lettera viene segnalata attraverso un meccanismo simile a quello della battaglia navale.Le lettere(c vengono trasmesse battendo prima il numero dei colpi di riga e poi quello di colonna .Ad esempio la parola “Morse” sarebbe battuta così:
... .. ... .... .... .. .... ... . .....
I colpi venivano battuti sui muri tra una cella ed un'alta o da un piano all'altro,venivano battuti sulle canne del riscaldamento o nelle condotte di aerazione con oggetti a disposizione o con le nocche delle dita.
Il libro 'Buio a Mezzogiorno' di A. Koestler testimonia come tale sistema venisse usato nelle carceri staliniste dai deviazionisti incarcerati, da controrivoluzionari zaristi e libertari .Secondo l'etichetta rivoluzionaria ,in paesi in cui il partito comunista era perseguitato,i militanti appena incarcerati cominciavano a comunicare tra loro con un motto politico ;quindi dare delle notizie;poi parlare di cibo e tabacco;solo molto più tardi ci si presentava.Dalla dimistichezza dell'uso di tale codice si poteva riconoscere chi si aveva per vicino di cella:una padronanza perfetta dell'arte di comunicare a picchi significava una permanenza in carcere da molto tempo o l'aver conosciuto esperienze precedenti.Mentre un vicino che cominciasse col chiedere un nome o una informazione qualsiasi indicava una mancanza di esperienza politica .
Un'altra importante testimonianza sull'uso dell' alfabeto quadrato nelle carceri fasciste italiane la troviamo nel recente libro dedicato a Marco Brasca,partigiano e antifascista di Novate Milanese(''Marco Brasca:una biografia resistente'';Sergio Giuntini;Mimesis; 2008).In tale libro,è nel ricordo di Altiero Spinelli ,che con Brasca condivise parte della pena al Regina Coeli di Roma,che emerge come il sistema Morse fosse utilizzato dai detenuti comunisti per portare avanti l'attività politica clandestina anche durante la detenzione. Qui una delle priorità dei militanti comunisti era quella di riorganizzare una struttura partitica clandestina dentro il carcere stesso,costituendo vere e proprie cellule con gerarchie interne e capaci di elaborare piani,strategie,passaggi di informazioni dentro-fuori dal carcere. Nelle parole di Altiero Spinelli:
“Quando dei comunisti si trovano insieme ,la prima cosa cui provvedono è la formazione della loro organizzazione e del loro comitato dirigente.Nel braccio c'erano allora quasi solo comunisti,tre per cella ,una trentina per cortile durante l'ora dell'aria,collegati tra loro in tutto il braccio attraverso le notizie che ci trasmettevamo da una cella all'altra e da un piano all'altro picchiando sui muri le lettere dell'alfabeto Morse dei carcerati.
Il Comitato Direttivo,verso cui confluivano tutte le notizie politiche che ci giungevano,provvedeva a diffonderle e a dare ,se necessario,direttive varie.Era costituito da tre compagni che fuori avevano avuto cariche di responsabilità.Man mano che uno di loro partiva,i restanti ne cooptavano un'altro''(cit;Marco Brasca:una biografia resistente;pag 30)
Oltre che da prigionieri politici il codice clandestino è stato utilizzato nella storia da ogni sorta di detenuto: assassini, ladri ed ogni genere di criminali e innocenti.
-Tutte le nostre carceri, per chi abbia orecchie da udire, risuonano notte e giorno, nelle celle e nelle passeggiate “all’aria” di frasi, di parole, di cifre, di suoni inarticolati… E le risposte non si fanno aspettare....-
L'alfabeto quadrato è incastonato nelle mura,quelle tra una cella e l'altra...come fossile pronto all'esecuzione...o impresso e a mente,invisibile, sulla superficie del muro sbiadito..
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