Vent'anni fa ho fatto parecchi ritratti al critico d'arte. Ricordo che uno di questi l'ho regalato a Vittorio Sgarbi. Se avessi eseguito un ritratto, una fisionomia solita, realistica, convenzionale, avrebbe il valore di una situazione abbastanza banale e un poco falsa. Questa è un'opera originale, autentica, spontanea, come fanno spesso i bambini: insomma va molto bene a Sgarbi. Vittorio, piace o non piace, è comunque una persona eccezionale e straordinaria, e quindi il ritratto andava fatto così.
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