Il lavoro - “instabile” connubio tra pittura e scultura in cui parallelepipedi di poliuretano espanso ricoperti di vetroresina, variamente dipinti sul recto e sul verso, possono ruotare sul proprio asse grazie ad un’intelaiatura in ferro che li attraversa - presenta una personalissima rilettura della Guernica picassiana, quadro paradigmatico delle assurdità di tutti i conflitti armati. La cromia originale del quadro, impostata sui rigorosi toni del grigio e del nero, si stempera in tonalità verdastre per poi talora accendersi, negli sfondi, degli intensi colori primari che caratterizzano il noto gioco infantile dei cubi di costruzione ideato dal pedagogista Fröbel.
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