E' un contrasto molto forte che non può lasciare indifferenti. Seguendo il filo dei commenti, per me grave è permettere alle guerre di invadere la vita degli uomini e soprattutto dei bambini, privandoli così di parte di una serena infanzia. .....discorso lungo e complesso. Tu sei stato BRAVISSIMO nel cogliere quell'attimo. COMPLIMENTI!!
Ciao Mauro,
penso che ogni immagine sui posti dove la guerra c'è o c'è stata, non è per niente fuori luogo. Grazie ai fotoreporter e/o artisti quella realtà ci da a noi occidentali, ogni volta, sedicentipacifisti compresi, un gran pugno allo stomaco. Poi credo che, comunque sia, l'aver catturato quel contrasto, macchine da guerra- bimbo, dica tutto sulla tua sensibilità. L'arte, in fondo, i problemi li deve creare. Quell'immagine a me li ha creati.
buon lavoro
Caro Mauro, leggo i commenti sotto.... bellissima e poetica foto, come tutte le altre tue che ho visto, mi sembra che la tua sensibilità sia chiaramente esplicitata da loro. Buon lavoro e buone giornate, Elena
, per quello che ho vissuto durante questo viaggio, e non le permetto di mettere in dubbio la mia sensibilità, visto che non ci conosciamo per nulla.
Mauro Consilvio
CONCLUSO NELL’ANNO 2000
(si documenti)
Quando vedo questi Bambini che si rincorrono e giocano in mezzo a questi mezzi militari, ormai abbandonati e mezzi distrutti. (VEDI DIDASCALIA SOTTO LA FOTO)
Non ho scritto che quel bambino scappa terrorizzato, inseguito da chissà chi che si immagina lei.
Mi fa più paura il suo pensiero che vedere un immagine come questa.
Non vedo quale sia la provocazione di questa immagine, anzi tecnicamente perfetta e poetica, che a me, rappresenta molto,
Mi fa piacere che NON le piaccia il titolo della mia fotografia.
Purtroppo lei non era li con me, (o forse si ?) quindi non può sapere cosa stava facendo esattamente quel Bambino.
Le descrivo la situazione per chiarire:
Eritrea 2003 località Keren.
Mi trovavo a parlare con la gente del luogo che mi raccontava di quello che era successo in quella cittadina DURANTE IL CONFLITTO ETIOPE ERITREO CONCLUSO NELL’ANNO 2000.
Messaggio: Buongiorno sig. Mauro,
NON sono in accordo per nulla su ciò esprime nella foto intitolata:
"Dimenticare la guerra."
“ Io osservo un bambino che scappa per una paura”.
Mauro fotografa e ha il coraggio di descrive un bimbo che gioca. Questo mi fa versare lacrime di rabbia.
Titolo banale, provocatorio e offensivo, per chi la guerra la subisce, oppure l'ha subita.
Distruzione: fisica e psichica, materiale. La morte spesso voluta come unica libertà.
Mauro rifletta prima d’inse
Comments 13
Molto bella ...
Veramente ...
penso che ogni immagine sui posti dove la guerra c'è o c'è stata, non è per niente fuori luogo. Grazie ai fotoreporter e/o artisti quella realtà ci da a noi occidentali, ogni volta, sedicentipacifisti compresi, un gran pugno allo stomaco. Poi credo che, comunque sia, l'aver catturato quel contrasto, macchine da guerra- bimbo, dica tutto sulla tua sensibilità. L'arte, in fondo, i problemi li deve creare. Quell'immagine a me li ha creati.
buon lavoro
Mauro Consilvio
(si documenti)
Quando vedo questi Bambini che si rincorrono e giocano in mezzo a questi mezzi militari, ormai abbandonati e mezzi distrutti. (VEDI DIDASCALIA SOTTO LA FOTO)
Non ho scritto che quel bambino scappa terrorizzato, inseguito da chissà chi che si immagina lei.
Mi fa più paura il suo pensiero che vedere un immagine come questa.
Non vedo quale sia la provocazione di questa immagine, anzi tecnicamente perfetta e poetica, che a me, rappresenta molto,
Carissima Sig.ra ,
Mi fa piacere che NON le piaccia il titolo della mia fotografia.
Purtroppo lei non era li con me, (o forse si ?) quindi non può sapere cosa stava facendo esattamente quel Bambino.
Le descrivo la situazione per chiarire:
Eritrea 2003 località Keren.
Mi trovavo a parlare con la gente del luogo che mi raccontava di quello che era successo in quella cittadina DURANTE IL CONFLITTO ETIOPE ERITREO CONCLUSO NELL’ANNO 2000.
Voglio ricordarle che questa è un’esposizione ludica di opere: pittoriche, fotografiche etc. e come tale deve essere.
CRITICA NON COSTRUTTIVA
NON sono in accordo per nulla su ciò esprime nella foto intitolata:
"Dimenticare la guerra."
“ Io osservo un bambino che scappa per una paura”.
Mauro fotografa e ha il coraggio di descrive un bimbo che gioca. Questo mi fa versare lacrime di rabbia.
Titolo banale, provocatorio e offensivo, per chi la guerra la subisce, oppure l'ha subita.
Distruzione: fisica e psichica, materiale. La morte spesso voluta come unica libertà.
Mauro rifletta prima d’inse
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