Autoritratto
Nell’opera “Autoritratto” l’anima assume una consistenza solida, per una più facile introspezione operata dall’artista su se stessa. E’ quindi un modo di scrutare il proprio io e le proprie ansie attraverso uno specchio che la rappresenta, in un’espressione indagatrice e dura come la pietra di cui è costituita. Richiama di fatto il realismo tipico dell’arte romana dove però il ritratto aveva solo finalità ornamentale, una mera raffigurazione esteriore del soggetto. Qui essa assume invece una funzione di supporto all’analisi di sé e del proprio passato, che l’artista sfrutta per capire se stessa. Ma anche un osservatore esterno, ammirandola, è portato all’autoanalisi, forse meno intima di quella dell’artista, ma necessariamente più oggettiva perché incarnata dall’espressione critica sul volto della statua.
Guido Gambetti
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