Dai miei diari: Il Maestro dei Giganti
11 November 2020
La morte abbandona ogni cosa e ciò che è stato è passato per sempre.

Chi è James Jefferys? Magari è più corretto dire chi è stato. Lo ritroviamo spesso in sperduti capolavori di saggistica citato come “Il Maestro dei Giganti”, ha fatto parte del circolo romano di Fussli, un’avanguardia preromantica. Morì giovane, poco più che trentenne, dipingeva titani. Nel Settecento c’era un gruppo di nordici che amava guardare non indietro, ma molto indietro, nell’universalità del mito.

I giganti erano i semidèi.

Un tempo, tanto tempo fa, questi hanno convissuto con gli uomini rovinando sia la terra che quella generazione. Gli insolenti (hybris) che dal profondo storico ancora inquinano le acque.

Possiamo chiamarli anche eroi, visto che forse erano proprio loro.

Il Diluvio li spazzò via tutti e da allora la terra tornò agli uomini, ma il loro esempio è ancora lì e per questo l’uomo continua ad essere vittima del proprio affanno.

C’è chi ha scritto che fu una stirpe divina, ma non proprio, furono coloro che si spinsero oltre, il cui scopo, era la sola vanità.

Donato Arcella

Opera di James Jefferys

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