L’immagine che vedete qui sopra non è né una performance né tantomeno l’esecuzione di un brano, è semplicemente un autoscatto, è la prima foto di un portfolio che ho chiamato “I Chitarristi”. L’intenzione di questo book non doveva essere altro che un progetto dedicato all’altra faccia della storia dell’arte: il rock.
Non sono poche le immagini che ho scattato, ma poche sono quelle che ho scelto e nell’avanzare di queste, nel buio di un teatro che purtroppo non esiste più, ciò che in me si è fatta strada non è la fotografia, ma i ricordi. Nel corso di queste sessioni, mi fermavo davanti all’obiettivo e cominciavo a ricordare. Certo, non è una cosa che mi è giunta all’improvviso, ci pensavo da un po’, sarà il tempo che passa, magari qualche particolare evento che mi ha colpito o semplicemente ricordi che emergono. Ammettendo, però, qualche rimorso, in tale atteggiamento, comunque, non sentite un algos, però, qualsiasi sia la causa ho cominciato a “cantare”.
Negli spazi del Lolli è un piccolo laboratorio dove scriviamo canzoni, chitarra e voce, cercando personaggi immaginari.
Kay Sage affermava che – “l’ispirazione non esiste, essere ispirati vuol dire ricordare e se esiste un labirinto questo è solo dentro di noi”. A tale riferimento possiamo tranquillamente dire che il ricordo è un’esperienza e l’eco che rimanda è sempre un nostos.
Non esiste tempo sprecato e per ogni cosa c’è un tempo, ciò che si vive è cosa preziosa.
Ad ognuno, poi, le proprie odissee.
“De Chirico ha una memoria greca, il ricordo delle origini, ma le sue idee si formano e maturano in Italia. Negli anni della sua controversa formazione, primo ad aver capito la fine di ogni impressionismo e di ogni pittura descrittiva, de Chirico scrive: “Mi accorsi che ci sono moltissime cose strane […] sconosciute, solitarie, che possono essere tradotte in pittura […] rappresentarci tutto come enigma […] comprendere l’enigma di cose considerate in genere insignificanti… Vivere nel mondo come in un immenso museo di stranezze, pieno di giocattoli bizzarri, variopinti, che cambiano aspetto, che a volte come bambini rompiamo per vedere come sono fatti dentro. E, delusi, ci accorgiamo che sono vuoti.” *
Non è nostra esigenza realizzare LP, non ci permettiamo, ma solo canzoni. Vi chiediamo soltanto una cortesia: chi ci volesse ascoltare e magari giudicarci, non siate frettolosi, ci impegniamo ad essere semplici.
Per il resto abbiamo un Immaginario, che da zero, può giungere ovunque.
Donato Arcella
*Novecento vol.1 di V. Sgarbi
Foto. Autoritratto con chitarra da “I Chitarristi”.
https://soundcloud.com/spazi-lolli/immaginario
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