Segue diversi percorsi di studio (grafica, teologia, pedagogia), approcciando contestualmente a tematiche d’arte con le rispettive tesi (da sottolineare l’approccio illustrativo della poesia “La Sonata al chiaro di luna” del poeta greco J. Ritsos) ma, dopo aver vissuto varie esperienze di lavoro, si rende conto della sua generale insoddisfazione, soprattutto a seguito di un periodo davvero difficile.
E nell’ estate del 2016 approda alla pittura, sperimentando tecniche e materiali diversi e finalizzando la propria produzione artistica, in modo particolare, alla ricerca dello speciale legame che unisce la teologia alla pedagogia, i sentimenti più profondi alle forme immateriali, le questioni filosofiche all’indole infantile dell’uomo.
Nascono in questo modo le sue opere, da cui trapela la condizione interna dell’artista, combattuta tra reale e astratto, come si intuisce nelle relazioni cromatiche che non sono quasi mai davvero distinte. Si può affermare che nei lavori di questa sensibile artista non si percepiscono né figure né ambienti ma piuttosto atmosfere, stati d’animo e stati intellettivi.
Abbiamo così opere come ACROBATA o GIARDINIERE o CARCHINOVASSÌA, tutte metafore della quotidianità, allegorie della “difficoltà di vivere” e dei complessi equilibri che dobbiamo fronteggiare nel corso della nostra esistenza. Ad esempio quest’ultimo titolo (dal greco antico carchìnos) vuole intendere il modo di camminare del granchio, raffigurando con esso il lento progresso dell’uomo, che con i suoi passi di continuo procede o indietreggia nella sua vita fino a trovare il coraggio e la forza di “spiegare le ali”, finalizzandosi. Ed appare chiaro che ciò che le dà l’ispirazione, come lei stessa sostiene, è la preghiera … i sentimenti intensi … le contraddizioni e l’equilibrio dell’anima … un sentiero che, anche se impraticabile, bisogna comunque percorrere se si desidera davvero trovare sé stessi …
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