Biografia

Raffaele Milazzo nasce a Palermo nel 1991.
Consegue il diploma di Maestro D’arte presso L’Istituto
Statale D’arte Vincenzo Ragusa e Otama Kiyohara di Palermo,
nell’anno 2009/2010 si diploma.
Nel 2016 acquisisce il diploma di primo livello in scultura,
presso l’Accademia di Belle Arti di Palermo.
Oggi iscritto al Biennio in Scultura.
Nel 2017 partecipa alla mostra collettiva A29 a Gibellina con
Figliol Prodigo, posto all’interno del Museo delle Trame, nel
periodo delle Orestiadi.

“Osservare, analizzare e riflettere...”

È possibile avere un nuovo modo di vedere ciò
che è sempre sotto o sopra i nostri occhi?

Spesso, per via delle nostre conoscenze e dalla familiarità
con essi, non ci soffermiamo di fronte determinati elementi
poiché sembrano in un primo momento qualcosa di insensato.
Nella realizzazione di un’opera, si può partire da un elemento
presente nella nostra vita sin dal momento in cui si è nati
e che magari nel tempo diamo per scontato. Tuttavia,
questo vissuto personale si può unire alle nuove esperienze
che si fanno nel proprio percorso di vita, per creare un lavoro
che subisca gli influssi del passato ma sia influenzata e permetta
dal vissuto presente.

Nel compiere un lavoro quotidiano, ripetiamo
ossessivamente un gesto in maniera meccanica o inconscia,
per via della continua ripetizione di esso e della naturalezza
che assume nel tempo. Ne perdiamo così la consapevolezza
e l’importanza anche se forse durerà per sempre, in quanto
legato ad un gesto d’amore, alla famiglia o alla dedizione
verso qualcosa che fa stare bene. Tutto questo si contrappone
all’oppressione che a volte si avverte sotto l’impulso di protezione
che si ha su ciò che si ama in nitamente e rappresenta il lavoro
di una vita. Nasce quindi l’esigenza di rappresentare un lavoro
attraverso elementi e gesti che fanno parte del proprio
quotidiano ma con un senso di oppressione legata alla continua
ricerca della conservazione di ogni piccolo gesto.