Biografia
Inizio dagli occhi.
Dipingo solitudini che cercano un nome.
Le mie opere non hanno un titolo fi nché non si riconoscono
in qualcuno, fi nché non trovano un corpo.
Da personaggi si fanno persone: l’insperato àdeguamento di
un oggetto al mio desiderio, per dirla con Roland Barthes.
Prendono forma da olii, acrilici, carta da parati, vengono
incisi, strappati, lavati e ridipinti, oscurati e fatti riemergere.
Sono complessi come le personalità che abiteranno.
Chiedono di non essere più dipinti, di farsi carne, di ritrarsi
dal ritratto e divenire persone.
Vorrebbero squadrare il loro doppio, scrutarlo con
attenzione e finalmente uscire dal quadro.
Alice è un nome che si porta dietro meraviglie.
Ma non sempre: il mio primo quadro in Accademia si
intitolava Invidia, un nero doloroso e urlato.
Ora come allora la pittura è necessaria.
Nel tempo si è fatta quasi circense,
mantenendo la solitudine e la fierezza.