Biografia

Oriella Montin

Artista. Nata a Rovigo il 7 marzo 1978, vive e lavora a Milano.
Dopo il Liceo Artistico Bruno Munari di Castelmassa (Rovigo) si è diplomata in pittura presso (NABA), Nuova Accademia di Belle Arti di Milano, nel 2001.
Dopo i primi anni di attività artistica rivolta esclusivamente al disegno e alla pittura, Oriella Montin ricerca nuove modalità operative alternative alla pittura, attingendo al mondo del cucito abbinato al fascino della fotografia d’epoca e all’interesse per l’oggetto usato. L’artista decide di recuperare la tecnica tradizionalmente femminile del cucito trasformandolo da semplice attività “casalinga” spesso ripetitiva, in un mezzo espressivo creativo, riflessivo e poetico soprattutto se applicato alla fotografia. Mediante questa nuova commistione, l’artista attua una ridefinizione del ruolo della donna essenzialmente circoscritto nell’ambito famigliare.

“Ho iniziato questo lavoro perché non avevo più il tempo per recarmi ogni giorno in studio a dipingere e rispettare così i tempi di asciugatura dell’olio su tela. Volevo disegnare e dipingere ma senza usare la pittura, pennelli, tavolozza e diluente! Utilizzando invece ago e filo, rievocando una tecnica chiaramente “femminile” come quella del cucito, per trasformare l’atto del cucire in gesto pittorico/concettuale.
La volontà di trasformare la fotografia d’epoca, cucendovi sopra altre immagini, stralci di altre fotografie, mi sembrava ottima per sperimentare le stratificazioni famigliari con tutte le implicazioni del cucito, per una ricostruzione genealogica famigliare.
Usando ritagli di fotografie di famiglia recuperate nei mercatini delle pulci ed incollandole su altre foto per poterle cucire insieme ho elaborato una tecnica del tutto nuova, che sta diventando la mia personale cifra stilistica.”

I temi trattati dall’Artista sono: la maternità, la famiglia, il ruolo della donna all’interno della famiglia e il corpo come oggetto del desiderio, il femminicidio e la violenza sulle donne.
I soggetti privilegiati sono infatti le donne con i loro volti, analizzate nei loro ruoli e gerarchicamente collocate nel loro albero genealogico.
Spuntano così tra le cuciture ordinate frammenti di vite vissute, momenti salienti trascorsi in apparente serenità, attimi del quotidiano che vanno a formare progressivamente una nuova immagine.