Biografia
Decenni di eccitazioni emotive, dall’ultima ondata espressionista fino agli anni Novanta, avevano solcato le tele e stravolto gli animi per liberarci da gabbie sociali e regole definite. Oggi si assiste al rientro. Altro non è che il bisogno di recuperare il controllo sulle cose che all’uomo sembrano sfuggire senza scampo. Si ha nuovamente bisogno di codici comuni in cui riconoscerci. Così l’arte si è riappropriata della lucidità visiva e dell’ordine che fornisce alfabeti cui ancorare il pensiero, riacquistando un valore meditato. Si sanciscono punti fermi, si ridefiniscono le cose secondo grandezze a noi percepibili.
I tracciati continui ed i segmenti di Diane Ekoè sono specchio di una ricerca del gesto lento, del controllo che la ragione riprende sullo sbando emotivo. Anche il colore non lascia spazio a vaneggiamenti furiosi, ma segue puro il concetto prima di ogni altro impulso. Si possono ritrovare nei suoi lavori gli skyline cittadini portati fino all’estrema geometria, od il senso della meccanizzazione industriale, o percorsi mentali privati. L’importante è il luogo in cui ci conducono, che è il luogo dell’ordine, del richiamo all’uomo pensante, della definizione limpida...