Biografia

Ho lavorato con i rifugiati politici i bambini violati i disagiati psichici.
Alla radice della mia esperienza c’è la ferita.
La ferita è tutto.
È cenere del mondo zona residuale di macerie.
Dipingere per me è atto riparatore.
È ricucire incessantemente la ferita
È dialogare con il disastro in continua, segreta e vana azione di ordinamento.
Le Tensioni nascono da questa urgenza.
Scelgo il lenzuolo per il suo significato ambiguo.
Il lenzuolo è un “rifugio sicuro” (quando ci si affida al sonno nel proprio letto) ma anche una “contenzione” (quando si è costretti nel letto estraneo dei manicomi, delle carceri, degli ospedali o delle violenze familiari).
Lacerato, teso, torto, cucito, come fosse materia viva, come fosse carne.
In questo farsi e disfarsi, in questo tendere e atR08;tendere, si aprono e si chiudono ferite.
Scelgo il gesso perché materiale semplice, come semplice è procurare ferite.
Scelgo il bianco come quinta teatrale, come facciata apparentemente consolatoria dietro la quale può celarsi qualunque cosa, anche la più cupa disperazione.
Il bianco per ricordare l’ombra, la regione nascosta della psiche.