Biografia
di Nicola Davide Angerame
La nostra epoca è segnata da cadute: quella del muro di Berlino, quella delle Torri gemelle di New York e attualmente quella delle borse mondiali. Eventi che hanno rispettivamente prodotto: un indebolimento degli ideali che sorreggevano le sorti della modernità; uno “scontro di civiltà”; la fine dell’utopia di una crescita economica mondiale perpetua. Tutto ciò ha preparato il terreno per l’affermazione di una tonalità esistenziale condivisa in maniera planetaria. L’ansia. Fonti scientifiche certificano che gli ansiolitici sono i farmaci in assoluto più usati al mondo, dopo i comuni anti-infiammatori. Farmaci di nuova generazione per i disturbi delle nuove generazioni. Ansia, attacchi di panico e insonnia si diffondono come un virus, incubato dalla comunicazione onnipervasiva, in quel “villaggio globale” che siamo diventati grazie a internet e al potenziamento dei “mezzi di distrazione di massa”.
Ma cosa ha a che vedere ciò con la pittura di Zefferino? Nulla e tutto. Nulla, poiché l’arte è, e resta, un’oasi separata dal reale grazie al suo linguaggio lento e contemplativo. Antico. E tutto, poiché in un mondo che procede sul doppio binario di una crescita ipertrofica delle immagini, alla quale corrisponde una desertificazione dell’immaginazione autentica, Zefferino usa la pittura per “registrare” questa “caduta” generalizzata dell’umano ed il conseguente stato affettivo dell’ansia.