Biografia
Per quanto possa provare ad andare con la memoria indietro nel tempo, non riesco a ritrovare un momento preciso in cui il “demone dell’Arte” si è impossessato di me.
Credo di essere nata già programmata per appartenere a quel mondo controverso, esaltato e disprezzato.
Ricordo che da piccola mi chiamavano scherzosamente “Dottoressa in Pupazzetti” perché, a chi mi chiedeva cosa avrei voluto fare da grande, rispondevo sempre: ”La pittrice”. Potevo avere quattro-cinque anni, allora, e non molto tempo dopo alla Befana chiedevo di portarmi i colori a olio.
Non so descrivere a parole l’emozione che provai il giorno in cui li ebbi tra le mani: un tipo di brivido che mi percorre anche ora per tutto il corpo, quando sono immersa nei miei lavori, quando sono finalmente al cospetto di grandi opere viste fino a quel momento solo in foto, oppure semplicemente quando entro in un negozio di belle arti…dove farei incetta di tutto!
L’Arte, in particolare quella del colore, mi ha accompagnata lungo tutto l’arco della mia esistenza, fin dai primi passi, nei momenti belli e in quelli meno belli: negli uni è stata celebrazione, piacere allo stato puro, negli altri potere curativo, catarsi.
Con Lei ho pianto, ho riso, urlato; ho volato, sofferto, gioito; sono caduta e mi sono rialzata, ho vinto e ho perso, ho toccato il fondo rischiando di annegare, ho vissuto gli anni più belli e più brutti della mia vita.
E’ stata per me compagna, amica, amante, nutrice, balia, madre, figlia e sorella. Fedele e traditrice, esaltante o sfinente, avvilente. L’ho ammirata e seguita, desiderata, fortemente voluta, sentita dal di fuori e dal di dentro.
L’ho assaggiata, annusata, toccata, guardata e ascoltata con tutta me stessa.
Per lei ho viaggiato, camminato, girato e rigirato, mi sono inoltrata in territori sconosciuti, ho vagato, mi sono persa e sempre ritrovata. Ho comprato, ho speso tutto ciò che avevo, ho rinunciato ad altre cose perché non potevo resisterle.
Ho consumato chilometri di carta e di tela, decine e decine di pennelli, chili di colori e litri d’acqua e di trementina, stracci su stracci, matite e pastelli di tutti i tipi…
L’ho improvvisata con materiali di fortuna quando non avevo a disposizione altro, ma anche quando ce l’avevo: legni bruciati, sassi spaccati, vecchi lenzuoli, carta da parati, avanzi di vestiti…giornali, riviste, materiale raccolto qua e là che a mucchi riempie la mia casa. L’ho pensata, inventata, creata anche dove non c’era.
L’ho portata con me nella vita di tutti i giorni: sui miei quaderni, sui diari, su fogli e foglietti, sulla carta assorbente dove si spandeva qui e là dando vita a forme inaspettate; sui libri e sui giornali, tra uno schema di parole crociate e l’altro, perfino sulla carta igienica; sui miei vestiti e sui grembiulini di mio figlio, sui maglioni di tutta la famiglia, sulle pareti delle case che ho abitato, su lenzuola, trapunte e cuscini, e sul mio abito da sposa…
L’ho regalata, barattata, offerta, venduta e svenduta, nascosta e svelata, messa in mostra, raccontata, condivisa a piene mani con fiducia ed entusiasmo, donata come un grandissimo tesoro e ne sono stata gelosa.
L’ho studiata, imparata, copiata, provata e riprovata, cercata e ricercata, osata e temuta, sono entrata in Lei e ne sono uscita un’infinità di volte, l’ho amata con tutta me stessa, celebrata e infossata, offesa, perfino odiata e invidiata quando ho creduto di non esserne all’altezza.
Davanti a Lei mi sono inchinata con timore reverenziale, sentendomi piccola come una formica, ma anche grande, infinita: di Lei mi sono sempre nutrita senza saziarmi mai.
Quando sono con Lei non c’è più tempo né spazio, tutto diventa sfocato e ciò che resta è solo un piacere quasi sensuale, in una dimensione altra in cui potrei perdermi per sempre.
Con Lei non ho bisogno di parole: è l’unica da cui mi sono sempre sentita compresa, permettendomi di esprimermi fino in fondo e di essere me stessa. Non mi giudica, mi accetta così come sono, mi aiuta e mi sostiene sempre, mi dà talmente tanto senza chiedere in cambio nulla se non una parte del mio tempo e delle mie risorse.
Più volte l’ho abbandonata e poi ritrovata, dimenticata e ricordata, ma mai rinnegata.
Finché ci sarà Lei ad accompagnarmi mi sentirò viva e finché sarò viva Lei sarà con me.