Biografia
Nato in Italia nel 1960, Mirco Belacchi è un fotografo che si esprime con un linguaggio a prima lettura intimista, onirico, a tratti quasi medianico, un linguaggio che può apparire inquietante, angosciante, a tratti macabro, quasi violento. Eppure c’è molto altro, nel suo parlarci. C’è una ricerca colta, c'è la consapevolezza continua eppur schiva di una poetica alta, mai banale, che punta dritta all’essenza stessa del vivere, dell’inconscio, della fugacità del tempo; c'’è il De André di Spoon River, il Borges dell’Aleph, c’è Saramago e il Kafka delle Metamorfosi, l’Antonius Block di Bergman; c’è la ricerca di un tempo proprio, libera dal timore di fermarlo e libera dalla retorica della nostalgia.
Immerso lucidamente in un tortuoso percorso alla ricerca di quell'ideale utopica chiave di lettura che finalmente possa svelargli il segreto del "reale" e il rapporto di esso con l'uomo, Mirco è un artista che si distacca dai canoni dell'arte fotografica convenzionale e muove verso una sperimentazione quasi “purista”: le sue foto sono ruvide, quasi grezze, non sono frutto di postproduzione, utilizzando tecniche che spaziano dal lightpainting alla stroboscopia, ma sempre con un uso poco ortodosso delle stesse.
Da sempre attratto dall'arte fotografica come forma espressiva, alla quale si dedica attivamente dal 2005, Mirco Belacchi ha raccolto numerosi consensi: nel 2009 partecipa al Premio d'Arte Internazionale "Aperitivo Illustrato", esordio che gli vale il premio come secondo classificato per l'opera “Il sangue non lubrifica” esposta in occasione della collettiva dei finalisti a Fano (PU); nello stesso anno pubblica il libro “Entropia Fotografica”; ha inoltre esposto le sue opere in personali e collettive, ultima delle quali nel 2010, in occasione del prestigioso “Premio Internazionale di Chianciano per L’ Arte Digitale e Fotografica 2010”, dove si è classificato secondo.