Biografia
Si tratta di opere teriomorfiche in cui l’interesse e l’attrazione scaturiscono dall’incontro di una tecnica decisamente personale e originale con una poetica figurativa densa di emozioni e di rimandi. I soggetti sono ricavati dal mondo animale tratteggiati con un segno basico ed elementare, con uno stile che, derivando direttamente dalla formazione grafica dell’autore, strappa questi esseri alla loro dimensione puramente naturalistica per collocarli nel mondo dell’immaginario e della sintesi iconica. Una rappresentazione quindi volutamente antinaturalistica, scelta con l’intento di far risaltare l’aspetto evocativo di questa fauna fantastica e simbolica. Come ci suggerisce Lia Lenti “... fin dall'antichità gli animali sono divenuti per l'uomo i simboli dei princìpi e delle forze cosmiche, materiali, spirituali che governavano il mondo”. Un tratto monodimensionale e primitivo che l’autore utilizza a ragione per distanziare gli animali dalla loro dimensione biologica al fine di inserirli in uno spazio mitico e sovrastorico: “archetipi del suo essere, manifestazioni tangibili della sua ricerca spirituale”. La semplicità del tratto disegnato viene però messa in scacco e contraddetta dallo stile realizzativo volutamente ridondante utilizzato per l’esecuzione di queste opere: un incrocio di lavorazioni pittoriche, decorative, manuali, che arrivano fino all'acciaio a laser e che stratificandosi sono in grado di sortire un risultato davvero sorprendente: esteticamente sfavillante e che nasce da un pazientissimo lavoro di costruzione: chiodo dopo chiodo, vetro dopo vetro la realizzazione di questi arazzi pittorici richiede tempi lunghissimi e una metodicità quasi rituale che già da sola basterebbe a farci comprendere quanto il fare arte sia per questo autore un gesto di intima preghiera al mondo, in una dimensione temporale dell’azione artistica che, se allontana dagli schemi e dalle abitudini proprie della contemporaneità, certamente avvicina a quelli del tempo assoluto