Biografia

Nelle sue rivisitazioni dello scheletro in pittura, Matteo Forli (1981 Genova) frequenta la visceralità del corpo come area seducente di scoperta, materiale di inesauribile spinta creativa. Soggetti della sua pittura e delle sue azioni gestuali sono infatti la struttura ossea umana ed i suoi organi. Affascinato dalle funzioni del corpo, alle lezioni di anatomia, in Accademia, è più interessato alla struttura dello scheletro che alla modella dal vivo. L’artista non esita ad affondare la sua capacità di astrazione nelle interiora del corpo, nel moto browniano delle cellule, per portarne alla luce complessità e mistero, flessibilità e rigidità, fluidità e sospensioni, reattività spontanea e condizionata. Rientra nel suo universo artistico la possibile ibridazione di un corpo con quello di un’altra specie, nello spirito del regista canadese David Cronenberg, nei cui film si esaspera il realismo degli effetti speciali, dello scrittore gotico Stephen King, del britannico James Graham Ballard, autore di Crash. Mutazione, infezione, contaminazione della carne, si intrecciano, nelle sue azioni, all’elemento psicologico, delineando scenari più immaginifici che drammatici.