Biografia

Gianni Antenucci (Prato, 1971)

Completati gli studi tecnici, condotti collateralmente al primo interesse artistico, più pronunciato già dal 1987, inizia nel 1992 una organica formazione specifica presso l’Istituto artistico della sua città, frequentandolo fino al 1995. Sotto l’egida di Alkafaij Resmi per il disegno e la pittura e di Anna Sanesi per l’incisione, trova ben presto in tali modalità espressive la prima definizione sicura. Sanesi, a suo tempo allieva di Rosai, lo riconnette, per via genealogica, ad un autentico gusto toscano: all’interno di quel lascito, ancora debitore delle esperienze fiorentine dei Cinquanta e Sessanta del Novecento, sceglie l’interesse precipuo per la materia, cui dedica la sua prima personale (La materia come testimone del nostro essere, Prato, Palazzo Datini, 1998). Si affaccia sempre più chiaro, in quella fase, il tema della natura, cui presto darà originale sviluppo. Nel corso del quindicennio che ci separa dal debutto ha poi esposto in svariate sedi quali Villa Montalvo a Firenze, la Pinacoteca di Pisa, Artexpo a New York, la Galleria Lato di Prato, il Centro Culturale il Punto D’incontro di Cecina (LI), l’Associazione Culturale Circolo Degli Artisti di Albissola Marina.
Negli ultimi anni porta avanti una nuova stagione creativa, esposta in significative occasioni. Nel marzo 2013, presso l’Auditorium del Centro d’Arte Contemporanea Luigi Pecci di Prato, con l’Associazione APARTE (Associazione Pecci Arte), il suo lavoro è stato presentato da Marcello Carriero. Segue, pochi mesi dopo, in ottobre, una personale al Museo Archeologico e d’Arte di Grosseto, a cura di Giuseppe Billi e Mariano Apa. Nel 2014 si aggiunge la personale Frozen vision, a cura di Bianca Pedace, presso la Fondazione Marino Marini di Pistoia (13 settembre - 11 ottobre 2014), documentata dal Volume edito da Rubbettino Editore. In seguito si inaugura la personale DNA, a cura di Valentino Ulivi, con testo di presentazione di Sandro Parmiggiani (Genova, Galleria Ghiglione, Palazzo Doria, maggio 2015). Da marzo 2015 è membro del Consiglio direttivo dell’associazione APARTE (Associazione Pecci Arte), che si occupa per statuto di “diffondere l’arte moderna e contemporanea accanto al Centro Pecci di Prato”.
Hanno scritto di lui, tra gli altri: Franco Riccomini, Marcello Carriero, Mariano Apa, Giuseppe Billi, Sandro Parmiggiani e Bianca Pedace