Biografia
.Esiste una forza oscura tutta concentrata sopra i più misteriosi domini che trattengono sotto scacco la fantasia umana, una speciale visione che oltrepassa la natura e la densità del mondo sensibile. Mauro Malavasi non si accontenta di dipingere, ma interpreta e trasfigura: se le forme trovano la loro giusta collocazione e soddisfazione, queste vengono tuttavia veicolate come elemento accessorio, quasi una cornice provvisoria, punto di partenza da cui sviluppare ulteriori e differenti sintesi di pensiero.
L'uomo è continuamente ed inevitabilmente superato in favore di figure allomorfe, dall'aria vagamente singolare e magnetica, che dell'umano mantengono le fattezze e le peculiarità riconoscibili, annegate nell'assenza degli sguardi e nell'anonimia dei volti.
Evidente resta la perizia pittorica unita allo studio ed alla passione dei grandi maestri – su tutti, probabilmente, de Chirico - : lo scarto che Malavasi produce è però un intricato gioco di rimandi, entro il quale elementi contrapposti e misteriosi fanno del dipinto una sorta di rebus concettuale, prima ancora che visivo. Non c'è, all'interno del quadro, una serie di oggetti da interpretare, piuttosto un'immagine centrale, protagonista, la cui sagoma disorientante si fa carico delle più svariate simbologie e concatenazioni mentali.
Sono suggerimenti di lucidità febbrile, risaltati per l'energia della loro evocazione, risultato della visionarietà che li ha prodotti.
L'atmosfera sospesa, enigmatica ed inquietante dei dipinti, viene sottolineata ed oltremodo accresciuta da una gamma cromatica che Malavasi riesce a mantenere sempre equilibrata e priva di sbavature, mai eccessiva: la ieraticità dell'immagine risiede tutta – per intera – nell'essenzialità della figura, caricata solo là dove l'artista sa di potere lasciare il peso del proprio mistero. Alberto Gross