Biografia

Giorgio Bernucci, si forma all’Istituto d’Arte Venturi di Modena e, successivamente, all’Accademia di Belle Arti di Bologna, dove ha seguito il quadriennio di Pittura, prima, e il biennio specialistico di Arti visive poi. Nelle opere esposte a Reggio Emilia, Bernucci ci propone scorci urbani, dettagli di architetture e di interni, in cui le forme paiono sciogliersi, liquefarsi, come se il mondo delle cose fosse investito da una vampa che rende tutto plastico e pronto a mutare, o come se noi stessimo guardando il mondo con occhiali che non riescono a mettere a fuoco. I colori hanno una fluida opacità che ne cattura e valorizza i singoli valori cromatici, e Bernucci sa rivisitare tutti i toni, da quelli più algidi a quelli più caldi, quando la luce di un lampione o di una lampada squarcia la penombra e diffonde un alone dorato. La ricerca di Bernucci va seguita con partecipe attenzione, giacché si colloca in un filone dell’arte contemporanea che vede il ritorno imperioso alla pittura, spesso tuttavia segnato dalle incertezze e dalle angosce del vivere d’oggi – pensiamo, per fare un solo nome tra i grandi pittori contemporanei, allo scozzese Peter Doig –, in cui la rivisitazione della memoria e del sogno pare l’esperienza in cui potere lenire la visione, e la consapevolezza, della devastazione del mondo e della corruzione dei rapporti tra le persone.

Sandro Parmiggiani