Biografia

Un planisfero con 8.050 uova. Le Twin Towers versione torri di Babele, costruite con 22.650 coni gelato. E più di recente alcune installazioni secche, di grande impatto: come il “muro del pianto” composto da semplici cassette in legno, 15 metri di maleodoranti contenitori di cipolle da cui tenersi alla larga per evitare lacrime, o una vecchia sedia a dondolo modificata, che induce a un movimento laterale.
Il campionario di possibilità formali che Michele Giangrande tira fuori dal suo estro versatile è vastissimo e di grande effetto. Ma non è solo capacità di controllo e di rigore estetico o abilità nel tradurre in immagine un’intuizione arguta. Nessuno spunto tematico, nessuna traccia, nessuna suggestione visiva si sottrae alla vivace bulimia del suo sguardo e al suo talento fabrile: che trasformando la realtà in altro, ci costringe a guardarla in modi non scontati, mettendo in moto scarti di pensiero, collegamenti improbabili, associazioni ironiche ma anche critiche.

Antonella Marino