Biografia
Carla Mura dopo un lungo periodo di sola pittura inizia a realizzare le sue opere utilizzando un nuovo materiale da lei molto amato, il filo.
Tutto questo meraviglioso mondo del filo è entrato a far parte della tecnica spontanea che Carla Mura ha per realizzare le sue opere differenziando i supporti che spaziano dal legno alle pietre marmo e travertino, al plexiglass, alla tela.
Utilizza i suoi fili in percorsi lenti e misurati, li annoda, li incrocia in continui rimandi dal prima al poi, li organizza in sequenze ritmiche o libere combinazioni, in configurazioni cartesiane o intricati reticoli, li inabissa sotto grovigli inestricabili di altri fili, quasi voglia contrastare l’ineluttabilità dell’atto estremo di Atropo e quindi la fine della vita. Nei suoi segmenti e nei pattern cromatici ci sono visioni di panorami, aperture su strade e città, finestre di una casa metropolitana, vetri opachi di un vagone di un treno, forse di un autobus, segnati dalla pioggia o dalla polvere stratificata.
Non c’è rappresentazione eppure crediamo di vederli. Il bisogno di realtà impone di attribuire nomi all’astrazione. In alcuni casi viene in aiuto il titolo: “Libellula”, “Pullman”, “Metropoli” “ Autoritratto”. Sono dettagli e ingrandimenti che fanno parte di un insieme reale ricostruito solo percettivamente.
Allo stesso modo, l’abitudine alla visione fa nascere il dubbio che si tratti di pittura, di una stesura a olio graffiato di matrice espressionista. Lo sguardo disattento e sfocato fa pensare a un pennello spesso di colore trascinato sulle tele, come quelle dell’inglese Jason Martin e, prima ancora, del grande francese Pierre Soulages. Tutto questo meraviglioso mondo del filo è entrato a far parte della tecnica spontanea che Carla Mura ha per realizzare le sue opere.
Vive e lavora in Veneto- Italy