Biografia

Il lavoro fotografico di Carlo Cavina è il risultato di un approccio tecnico-concettuale del tutto inedito. I suoi progetti lo conducono a realizzare camere oscure adeguate ad esso, le chiama “grandi macchine”. Quest'ultime sono costituite da una camera con una apertura ad un'estremità per permettere alla luce di entrare e con una superficie di visualizzazione o di registrazione per catturare la luce all'altra estremità. La prima apertura è controllata da un meccanismo ad iride, mentre la seconda è costituita da un sensore fotosensibile. La superficie sensibile utilizzata dall'autore è la pellicola fotografica, è questa ad essere fondamento dei suoi progetti. Nelle sue mani le dimensioni industriali di tali superfici diventano spazio totale nel quale indaga lo sguardo, è essa stessa con la sua “misura” a dare i contorni alla realtà, dove un corpo fisico si imprime su o in un altro corpo fisico facendosi traccia facendosi impronta. Il linguaggio fotografico è vissuto intimamente, le macchine fotografiche costruite da Carlo Cavina sono autentiche camere magiche.
Un mezzo tecnico antico e insieme completamente contemporaneo, lo sguardo e l’immagine di due elementi organici, animati da una sensibilità non comune. Le opere realizzate da Carlo Cavina attirano lo sguardo, aiutano il sorgere di domande, ci coinvolgono attivamente portandoci all’interno di un mistero