Biografia

Non ho frequentato Scuole d’Arte, né Accademie.

Nella mia famiglia non c’è nessun artista; tutta gente che lavorava. Mio padre faceva l’operaio in una cartiera, mia madre ha imboccato i vecchi di una casa di riposo per 25 anni.

Dipingere è come osservare da un balcone il mondo che va affanculo, ma senza fretta.

Non ho mai partecipato a concorsi, tranne la volta in cui ho vinto una casetta Cicocca con le Brioss Ferrero, che però non ho mai montato perché improvvisamente scomparve. Mia nonna aveva un armadio in cui conservava quasi tutti i miei giocattoli, temendo che li rompessi; credo sia finita lì. Teneva la chiave dell'armadio in una tasca del grembiule. Poi, un giorno, anche mia nonna scomparve, ma non improvvisamente; se la lavorò ben bene la leucemia.

Dipingere è come guardare la frutta che marcisce in un sacchetto di cellophane.

Conosco poca gente, per la gran parte dei casi insignificante e ininfluente. Le persone che hanno contato e contano veramente per me o sono crepate, o se ne sono andate, o non le ho mai nemmeno incontrate. Ci sono meccanismi talmente fragili da necessitare di un manto protettivo impenetrabile.

Dipingere è come tentare di dimenticarsi le chiavi di casa.

A me interessa la pelle, quello che sta fuori, la parte più superficiale, la pellicola, l’involucro, la buccia.
Mi dà soddisfazione anche la sostanza, la carne, ma meno…

Si dice in giro che l’apparenza inganna; stronzate…l’apparenza non inganna mai.
E’ solo che manca la capacità di osservazione, o la volontà; ma se uno fa attenzione può già trovare tutto apparecchiato in bella mostra nell’apparenza.

Il quasi impercettibile scatto orgasmico che ha la tua palpebra mentre mi parli di noi, oppure il sorriso spaccato e nevrastenico che ti si apre in faccia, svelando il tuo ammorbamento perché qualcuno ha osato discutere i tuoi stronzi ordini biliosi, la mano ferma con cui guidi il filo di sutura…Ecco, a me interessa quella cosa lì.
Tutto il resto, il succo, la polpa, la roba grossa, pesante, quella che conta, quella che vale…mi interessa anche quella sì, ma meno…

Dipingere è come farsi le analisi del sangue: mentre controlli i risultati speri sempre che sia tutto a posto. Ma non sempre è così.

Io sono uno che giudica le persone. Credo sia una cosa perfino necessaria. Giudico, e condanno pure con una certa frequenza. A volte sono stato giudicato e condannato anche io, ma non sono un tipo vendicativo. Però sono permaloso…molto permaloso; una delle doti che non stento a riconoscermi.

Ho passato i 50 anni, ed ho ancora paura di voi. Non c’è via di uscita e, grazie a Dio, non ho mai capito un cazzo della vita.

Dipingere è come sudare; elimina le tossine e fa venir sete.