Biografia
GUERRA DA CAMERA
Marco Berisso, Marcello Frixione, Bruno Meneghelli, Roberto Merani
«Considera ad esempio, i processi che chiamiamo ‘giuochi’. [...] Che cosa è comune a tutti questi giuochi? [...] Se li osservi, non vedrai certamente qualche cosa che sia comune a tutti, ma vedrai somiglianze, parentele, e anzi ne vedrai tutta una serie» (L. Wittgenstein, Ricerche filosofiche, § 66). Anche giocare con i soldatini può consistere in attività molto diverse. C’è il gioco della guerra, e quindi la competizione, che può prendere forme diverse, dai “giochi di guerra” con regole complesse alle battaglie con le biglie o con gli elastici. Poi ci sono casi in cui la competizione non conta, e la guerra con i soldatini diventa una specie di teatro da camera. C’è il gusto del bricolage e il compiacimento per l’abilità tecnica, il fascino del collezionismo, il puro piacere di possedere e contemplare un oggetto. Si è sostenuto che il concetto di ‘arte’ funziona un po’ come il concetto di ‘gioco’ così come lo ha analizzato Wittgenstein: come per il gioco, ciò che tiene assieme il concetto di ‘arte’ sarebbe una rete di somiglianze di famiglia, di parentele, di sovrapposizioni parziali. Forse i confini tra arte e gioco non sono così netti: di qui la proposta di portare il gioco dei soldatini sulla scena dell’arte. Nell’ipotesi, comunque, che, come ogni gioco, anche questo metta in scena aspetti molto seri.