Biografia
All’origine del lavoro di Matteo Peretti c’è una lunga e paziente raccolta di oggetti che portano nel laboratorio dell’artista la loro storia, simboli noti che vengono manipolati e rivestiti di molteplici significati. In essi l’ironia ed un risvolto ludico assumono un ruolo determinante. L’apparenza pop è subito riassobita a favore di uno sguardo più disincantato sulla società dell’apparenza e della comunicazione invasiva. Per lui tutto può diventare potenzialmente utile, ogni forma reale contiene la sua controfaccia scultorea. E’ il flusso quotidiano che incarna un formidabile serbatoio di spunti e appunti, un campo vivo dove non esistono pesche miracolose ma solo esche miracolate… Le cose usate, talvolta rotte, acquistano nuova identità con una serie di gesti ironici ma definitivi. Con una “mise en scene” quasi teatrale, l’artista scolpisce secondo uno schema narrativo che dal titolo dell’opera, alla sua realizzazione, pone grande enfasi nei dettagli, ai quali spesso è delegato il compito di mostrare una visione del mondo velata di sarcasmo. Sculture che partono da uno spunto e chiedono uno spettatore più attivo del normale. Peretti gioca sul fatidico secondo sguardo, quello che mette nuove pelli sulle superfici note. Ti informa che la sua forma sta deformando la tua visione, sottilmente e implacabilmente.