Come ci si sente ad esser padre di un premio con un nome così bello? Un’ispirazione quotidiana, come lo è per me il colore celeste. Come hai scelto la simpatica giuria e comitato di selezione di quest’anno? Ho pensato a quanto la nostra società sia diversificata, a quanto eccletticismo si vede in giro. Esiste un giovanilismo (nell’accezione positiva del termine) dilagante, che arriva dappertutto (salvo in politica) e tende a parificare situazioni professionali che contengono più o meno esperienza. Seguendo questa tendenza, abbiamo messo insieme curatori che lavorano fra istituzione e mercato. Ma sarà etimologicamente ‘simpatica’, nel senso del ‘sentire-insieme’, dell’’appassionarsi-insieme’ e dello ‘scegliere insieme’, perché è difficile provare le stesse emozioni di fronte al bello (o al brutto)? Appunto, il comitato non è etimologicamente ‘simpatico’. Invece, curatori di età e strade professionali diverse sono stati chiamati a convivere per fare delle scelte. Ogni curatore accetta un metodo di selezione aperto e visibile a tutti, nel rispetto dei tantissimi artisti che partecipano, che viene prima del tipo di linguaggio, contenuto o estetica delle opere. Non conta l’affinità o meno che un selezionatore può avere con un altro. Che differenza c’è tra ‘Giuria’ e ‘Comitato’, sono due parole difficili. E qual’ è il loro scopo? Dove vogliono arrivare? Lontano, lontanissimo o vicino? La giuria sceglierà le 4 opere vincitrici tra quelle finaliste ed è composta da tre curatori istituzionali; mentre il comitato, composto da una varietà di professionisti, selezionerà le 40 opere che andranno alla mostra finale a Bologna. Credo che tutti i curatori vogliono arrivare lontano, se s’intende lavorare con artisti che hanno qualcosa da aggiungere. In che rapporto sarà l’artista con Giuria e Comitato? Fino a selezioni avvenute mi auspico che sia una relazione ‘a distanza’. Devono parlare le opere e non le persone! Questa equità di trattamento, garantita dal metodo di selezione – aperto e basato sulla maggioranza di preferenze espresse dal comitato – mette fuori campo chi vuole portare a braccetto un’artista fino alla finale – Premio Celeste non è un premio ad invito! Oggi accettiamo decisioni prese anche a distanza senza un gran relazionarsi. Al contempo la piattaforma web del network di Celeste consente a ciascun artista di essere in immediato contatto con i curatori della giuria e del comitato. Ci sono delle novità rispetto alla ‘celestiale’ edizione precedente? Sono solo 4 gli artisti che vinceranno, perciò è importante avere la capacità di offrire a tutti i partecipanti una serie di opportunità in più: di esposizione, studio, residenza, promozione... Quest’anno il team di Celeste ha lavorato tanto per ampliare la gamma dei benefits. L’altra grande novità è che dopo 7 anni in cui erano i finalisti a scegliere i vincitori, ora questo compito spetterà alla giuria. Che caratteristiche deve avere un artista per partecipare al Premio Celeste? Sintesi e coraggio di mettersi in gioco, anche quando ci sono anni di lavoro alle spalle! Per essere notati da una commissione che sceglie a distanza è indispensabile presentare il lavoro nel miglior modo possibile, con buone immagini e con uno statement testuale che informi sull’opera. Coraggio e tenacia nel confrontarsi con tanti altri artisti; accettare tutti i risvolti del mostrare le opere online; rifiutare un sistema che fa vincere gli ‘inviati speciali.’ Chiara Zocchi: Scrittrice, redattrice, cantautrice ed artista. Steven Music: fondatore del Premio Celeste |