di LAURA FANTI
Nella Galleria Alessandra Bonomo di Roma ritornano gli scatti di Elger Esser (Stoccarda,1967). Lavori monumentali e sorprendenti pezzi unici in bianco e nero ispirati al mare, al cui impatto rimaniamo sospesi e allo stesso tempo catturati in un estatico rapimento, come accade solo con i capolavori del passato e con le opere d’arte più strabilianti. Esser è cresciuto in Italia e la sua formazione ha lasciato un’impronta fortissima non solo sul suo occhio ma anche sulla sua immaginazione e nell’idealizzazione sottesa ai lavori, tanto che in nessuna delle sue foto vi è traccia della tradizionale durezza germanica.
I suoi paesaggi sono l’antitesi dell’istantanea, del fermo-immagine, della pretesa di cogliere l’attimo, nascosta dietro il più comune concetto di fotografia. Di fronte a un’opera come Beg en Aud, Frankreich (2006), realizzata tenendo aperto l’obiettivo per ben cinque minuti, siamo lontani dal sentire l’hic et nunc proprio dello scatto fotografico, mentre percepiamo lo scorrere del tempo, un tempo infinito, forse circolare, più che la sua assenza di cui altri hanno parlato.
L’universo di Esser è carico di Umanesimo e di Letteratura, un mondo in cui l’assenza dell’uomo fa pensare a utopistiche visioni di purezza e di magiche sospensioni, e dove i riferimenti colti sono silenziosi, sottili rimandi allo spirito europeo ottocentesco: non a caso le località prescelte sono spesso i luoghi prediletti dalla borghesia dell’epoca, Biarritz e Saint-Malo tra questi, mentre Undine richiama il racconto di Friedrich de la Motte Fouqué, ispirato a leggendarie creature marine, un po fate, un po’ sirene.
Arte italiana, ma anche arte francese, in particolare i paesaggi di Camille Corot (il quale ebbe uno stretto rapporto con l’Italia), le loro atmosfere rarefatte e gli ocra ispirati alle terre toscane e umbre. Colori che ritornano nelle foto di Esser, fin dai lavori del 2002 (Pieve di Piana), presentati da Alessandra Bonomo e a Palazzo delle Papesse a Siena in una doppia personale con Olivo Barbieri.
In mostra anche una foto meno recente (Marseille 2005), nata dalla riproduzione di cartoline d’epoca, di cui l’artista possiede una collezione immensa, fotografate, ingrandite e ritoccate come per dare l’effetto di pictorialism, la corrente tanto disprezzata dalla straight photography. E una serie di pezzi unici in bianco e nero su carta pregiatissima nei quali è fortissima la traccia dei pioneristici tentativi di catturare l’onda (Gustave Le Gray), un ritorno ai momenti più indagatori sull’identità della fotografia.
Si è parlato di vuoto, di assenza e di non-luoghi rispetto al lavoro di Esser, vero solo in parte, i principi ispiratori della sua arte credo siano altri. Riflessioni sullo sguardo e sulla ricerca di coordinate esistenziali: laddove l’obiettivo è puntato sul paesaggio, l’occhio è rivolto all’uomo, alle possibili espressioni del proprio io frammentato, alla ricostruzione di un’identità appartenente a un mondo esteriore che ogni volta ha un volto nuovo.
Elger Esser. Undine
Galleria Alessandra Bonomo
Via del Gesù 62, Roma
23 maggio – 20 settembre 2012
Info: +39 06 69925858
www.bonomogallery.com
Pubblicato su www.espoarte.net (17-07-2012)
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