C'è un fil rouge che attraversa tutti i racconti: ed è il legame, che tutti li accomuna, del riferimento - ciascun racconto a suo modo - alle arti figurative, che sono il protagonista fantasmatico di tutta la raccolta. Si dipanano vicende, nei primi otto racconti, che sono variamente ambientate nel corso della storia degli uomini: a partire dall'età paleolitica, fino al Settecento illuministico, passando per la Atene delle Panatenee e, poi, per gli anni del Regno fridericiano e per quelli del Viceregno spagnolo. Il secondo gruppo di otto racconti, invece, propone vicende ambientate tutte nel secondo cinquantennio del '900, con qualche proiezione di sguardo anche verso un prossimo futuro di cui viene suggerita una possibile profilatura.
Vicende umane: avventura, amore, tradimento, generosità d'animo, eroismo, sensualità, gioia, dolore, queste sono le componenti sostanziali che si intrecciano in un processo narrativo che si prefigge di essere incalzante, scritto secondo i parametri che i medievali definirono dei 'quattro sensi della scrittura'. L'intento dell'autore, insomma, è quello di produrre una narrazione fruibile a vari livelli, dal più semplice di una lettura spensierata e distensiva, fino a quello di una lettura impegnata, al cui interno Rosario Pinto suggerisce, unitamente con una prospettiva di Weltanschauung, il coinvolgimento del lettore in un contributo fruitivo allargato, ove chi legge possa sentirsi protagonista, quasi affiancando l'autore nell'immaginare differenti epiloghi e premesse per queste storie che cercano di proporre sempre, unitamente con la conclusione suggerita dallo scrittore, anche altre possibili opportunità di sviluppo.
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