(A)mare Conchiglie: anziani, erranti, lucciole e migranti per la performance di Kyrahm e Julius Kaiser
24 June 2015
Il 3 luglio 2015, poco prima del tramonto (ore 18) sulla spiaggia di Forte Sangallo a Nettuno, per la Biennale di Anzio e Nettuno, una nuova performance di Kyrahm e Julius Kaiser, artiste italiane della live art. Una lunga tavolata sul battiasciuga in riva all’acqua al calar del sole. Il cibo è donato a coloro che hanno una storia da raccontare. Ha una storia da raccontare chi vive ai margini, chi viene dal mare fuggendo da un paese afflitto dalla guerra, chi una casa non ha, chi non solo il corpo può donare, l’anziano patrimonio di ricordi. Per due settimane, Kyrahm e Julius Kaiser hanno cercato le persone nei centri di accoglienza e nelle strade. Il pubblico potrà ascoltare la storia della loro vita. L’obiettivo è aprire una finestra verso un mondo sconosciuto, per abbattere la paura ed il pregiudizio spesso ad esso collegato. Testimonianze di speranza in un viaggio disperato dall’Africa, persone che non vedono i loro cari da anni, avventurati sui gommoni e sopravvissuti ai tanti compagni che non ce l’han fatta, ma anche anziani che ci ricordano che eravamo noi italiani un tempo i migranti. Anziani, erranti, lucciole, migranti sono le conchiglie del mare, amare, da amare. Quelle stesse conchiglie che calpestiamo distratti sulla spiaggia. Quelle stesse conchiglie che gridano il vento se vi poggiamo l’orecchio. Basterebbe fermarsi, (r)accogliere, ascoltare.

Il video di questa performance, prenderà parte al circuito cinematografico ed artistico internazionale.
Un secolo fa le vittime dei naufragi erano italiani emigranti in America. Dal 1876 al 1915 furono ben 14 milioni gli italiani che, armati solo di speranza e di una valigia di cartone, lasciarono tutto per cercare fortuna altrove. L’incidente della nave della “Principessa Mafalda” (1909) – è la peggior sciagura che abbia mai colpito gli emigranti italiani, con circa un migliaio di italiani morti in mare in seguito al naufragio.

Circola su internet un documento, datato ottobre 1919 ed indicato come Relazione dell’Ispettorato per l’immigrazione del Congresso degli Stati Uniti sugli immigrati italiani:

«Generalmente sono di piccola statura e di pelle scura. Molti puzzano perché tengono lo stesso vestito per settimane. Si costruiscono baracche nelle periferie. Quando riescono ad avvicinarsi al centro affittano a caro prezzo appartamenti fatiscenti. Si presentano in 2 e cercano una stanza con uso cucina. Dopo pochi giorni diventano 4, 6, 10. Parlano lingue incomprensibili, forse dialetti. Molti bambini vengono utilizzati per chiedere l’elemosina; spesso davanti alle chiese donne e uomini anziani invocano pietà, con toni lamentosi e petulanti. Fanno molti figli che faticano a mantenere e sono assai uniti tra di loro. Dicono che siano dediti al furto e, se ostacolati, violenti. Le nostre donne li evitano sia perché poco attraenti e selvatici, sia perché è voce diffusa di stupri consumati quando le donne tornano dal lavoro. I governanti hanno aperto troppo gli ingressi alle frontiere ma, soprattutto, non hanno saputo selezionare tra coloro che entrano nel paese per lavorare e quelli che pensano di vivere di espedienti o, addirittura, di attività criminali».

Possiamo facilmente associare questa descrizione allo stereotipo ricco di pregiudizi verso alcuni stranieri.



Kyrahm: “Penso al mio bisnonno, emigrato negli Stati Uniti in cerca di una vita migliore. A tal proposito, nel 2010, mi recai, con Julius Kaiser a New York in occasione dell’esposizione video delle nostre opere per il Celeste Prize in una galleria di Brooklyn, la Invisible dog Art Gallery. In quell’occasione, entrai in contatto con i discendenti americani di quel ramo della mia famiglia. Andammo ad Ellis Island, un isolotto nella baia di New York, dal 1892 al 1954, principale punto d’ingresso per gli immigranti che sbarcavano negli Stati Uniti. Il porto di Ellis Island ha accolto più di 12 milioni di aspiranti cittadini statunitensi.Attualmente l’edificio ospita il Museo dell’immigrazione ed è visitabile utilizzando il medesimo biglietto e traghetto che consente l’accesso anche alla vicina Statua della Libertà. Sempre nello stesso luogo, è possibile consultare l’archivio per ricercare gli immigrati e, come nel mio caso, cercare di ricostruire le mie origini.”

In questi anni, da italiani, assistiamo ad un interessante contrappasso: un fiume umano di persone ora chiede il nostro aiuto, approdando sulle coste dopo un viaggio disperato da altri paesi, in particolare numerosi sono i profughi dall’Africa.
Julius Kaiser: “Per questa ricerca, abbiamo incontrato molti migranti ospitati nei centri d’accoglienza, giunti a Lampedusa oa Trapani con i gommoni dalla Nigeria. Le loro storie, saranno narrate durante la performance. Porteranno la loro testimonianza poetica anche degli anziani, in particolare Anselmo C. ex migrante italiano in Germania, per ribadire che eravamo noi italiani un tempo ad emigrare in cerca di una condizione migliore.”


4000 corpi morti in mare (dal 2014)

Troppi i morti in mare. Quotidianamente i bollettini arrivano crudeli. Corpi annegati, conchiglie mai arrivate. Flussi umani continuano a scorrere in cerca di riparo e risorse. Corpi che reclamano il diritto ad esistere ed una frase costante in tutte le storie è :”sono andato via , perché la mia vita lì non era più sostenibile” (sono le stesse parole di John, 23 anni nigeriano, Gentle, 27 anni anche lui nigeriano e di Anselmo C, 79 anni, italiano);

La performance consiste in una poetica comunione laica: un tavolo ricco di cibo è bandito in una secca in riva al mare. Nella commensalità, il condividere il cibo fonda il senso di appartenenza. In un cenacolo dove i migranti, gli anziani, le lucciole e gli erranti narreranno la storia della propria vita con il pubblico, abbiamo scelto la parola lucciola per l’ambigua valenza significativa tra prostituta ed elemento dotato di luce propria. Una valenza che spesso ha stigmatizzato le donne tra questi due poli opposti, racchiusi in un unico termine. Tra le donne Ambra Stucchi, ballerina professionista e cantante; la stessa Kyrahm (co-autrice con Julius Kaiser dell’opera) che farà leggere ad una “lucciola” la poesia del poeta argentino Jorge Louis Borges “Il minacciato”, che nei suoi primi versi recita:

“È l’amore. Dovrò nascondermi o fuggire.
Crescono le mura delle sue carceri, come in un incubo atroce…”

L’amore inteso come spazio insostenibile, cantato da chi non ha solo il corpo da offrire. Proprio perché tutti loro non sono solo corpi.


Biografia delle artiste
Kyrahm è un’artista visuale, body artist, ricercatrice indipendente, autrice, regista, attrice, performer ed esperta in comunicazione. Collabora con Julius Kaiser, videomaker, regista, drag king e performance artist. Operano nel settore della Performance e Body Art in Italia e all’estero. La loro ricerca è indicata come nuova evoluzione della body art storica, che indaga e mette in discussione le costruzioni e gli stereotipi sociali di genere, identità e relazioni tra gli individui.

Kyrahm e Julius Kaiser, sono due artiste ed attiviste che si occupano di tematiche sociali, sperimentando anche sul proprio corpo il superamento dei limiti mentali e fisici. Organizzano laboratori, workshop e seminari. Sono ideatori, curatori e direttori artistici dal 2009 del Festival Internazionale della Performance Art MutAzioni. Hanno ottenuto in Italia e all’estero premi istituzionali e preso parte a numerosissime rassegne in tutto il mondo.

Anna Novelli


http://ecodellanotizia.com/i-migranti-dal-mare-raccontano-la-loro-struggente-storia-per-la-performance-di-kyrahm-e-julius-kaiser/

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