Mostre, Livorno, 30 July 2024
Nell'ambito della rassegna dedicata ai mestieri del cinema "La bella estate", promossa dal Comune di Livorno e dalla Cooperativa Itinera, dal 30 luglio al 30 settembre 2024, sarà visitabile la mostra In praesentia della fotografa Manuela De Rosa, presso la Biblioteca Labronica di Villa Maria.
La mostra raccoglie scatti realizzati in eventi dal vivo dal 2010 al 2020.
In praesentia.
La fotografia come costante che unisce eventi performativi rigorosamente “in praesentia”.
Dieci anni di eventi dal vivo e fotografie realizzate dall'autrice, Manuela De Rosa, in diverse città
italiane, dal 2010 al 2020, testimone di un ripetersi di concerti, performance teatrali, spettacoli di
danza, mai uguali a sé stessi, eppure quasi sempre elementi di una struttura definita, come un tour o
uno spettacolo inteso come commistione mediatica agìta e sperimentata.
Cosa caratterizza il rapporto tra la fotografia e la performance nelle sue variabili? Esistono costanti
nell'uso di un automatismo come quello del mezzo fotografico che ancora sembra “faccia tanta
paura?” (Marra, 2001)
Quale possibilità di interpretazione e quale grado di libertà restano al fotografo spettatore,
osservatore e partecipe di questi eventi? Avviene un cambiamento ipotizzato da Hans Georg
Gadamer nel suo Verità e Metodo mentre l'osservatore incontra un'opera d'arte o in questo caso il
fluire di un'esecuzione nella performance, o si presenta un'oggettività dello spettacolo? Spazio,
corpo e movimento costituiscono il soggetto dell'immagine o ne individuano le forme?
Nell'approssimarsi ad una riflessione, una selezione di immagini fotografiche si pone come invito a
riconsiderare il concetto di fotografia come “presenza in assenza”. L'immagine che resta è stata (ed
è) l'interazione tra macchina, fotografia un evento e il proprio (o i propri) tempo.
La mostra raccoglie scatti realizzati in eventi dal vivo dal 2010 al 2020.
In praesentia.
La fotografia come costante che unisce eventi performativi rigorosamente “in praesentia”.
Dieci anni di eventi dal vivo e fotografie realizzate dall'autrice, Manuela De Rosa, in diverse città
italiane, dal 2010 al 2020, testimone di un ripetersi di concerti, performance teatrali, spettacoli di
danza, mai uguali a sé stessi, eppure quasi sempre elementi di una struttura definita, come un tour o
uno spettacolo inteso come commistione mediatica agìta e sperimentata.
Cosa caratterizza il rapporto tra la fotografia e la performance nelle sue variabili? Esistono costanti
nell'uso di un automatismo come quello del mezzo fotografico che ancora sembra “faccia tanta
paura?” (Marra, 2001)
Quale possibilità di interpretazione e quale grado di libertà restano al fotografo spettatore,
osservatore e partecipe di questi eventi? Avviene un cambiamento ipotizzato da Hans Georg
Gadamer nel suo Verità e Metodo mentre l'osservatore incontra un'opera d'arte o in questo caso il
fluire di un'esecuzione nella performance, o si presenta un'oggettività dello spettacolo? Spazio,
corpo e movimento costituiscono il soggetto dell'immagine o ne individuano le forme?
Nell'approssimarsi ad una riflessione, una selezione di immagini fotografiche si pone come invito a
riconsiderare il concetto di fotografia come “presenza in assenza”. L'immagine che resta è stata (ed
è) l'interazione tra macchina, fotografia un evento e il proprio (o i propri) tempo.
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