MAD GiovedìNmusica 2016 - Aldamaria Gnaccarini
Mostre, Latina, 04 February 2016
Per il quarto anno consecutivo MAD Museo d’Arte Diffusa collabora con il Conservatorio Statale di Latina “Ottorino Respighi”, proponendo l’incontro l’Arte Contemporanea e la Musica da Camera. Le mostre sono curate da Fabio D’Achille in collaborazione con il Direttore del Respighi Paolo Rotili e i concerti coordinati da Marco Marzocchi; gli eventi si svolgono nell’Auditorium Roffredo Caetani - la prima Galleria Musicale d’Arte Contemporanea - dove artisti e musicisti (studenti e docenti e in qualche occasione illustri ospiti del mondo della musica) in occasione dei concerti e dei relativi vernissage propongono una sinestesia nell’Arte, quindi la molteplice percezione di un’offerta culturale.
Il primo vernissage - previsto per giovedì 4 febbraio alle 20,30 - vedrà protagoniste le installazioni di Aldamaria Gnaccarini, in esposizione fino al 30 marzo. L'artista sarà presentata dalla Dottoressa Marcella Cossu, storico dell’arte GNAM, che sulle opere della Gnaccarini afferma: “Si tratta di composizioni singole in cui uno o più brevi rami, o segmenti di ramo, si stagliano su telai rettangolari offrendosi in tutta l’evidenza del loro scabro ma intenso enunciato, rafforzato dalla varietà di declinazione delle vibranti proposte cromatiche”. E ancora: “…legni verniciati danzano in verticale o in orizzontale sulla parete, modulando e definendo il proprio essenziale personalissimo essere nel mondo, spazio, natura” (…)
Seguirà la mostra di pittura di Antonio Farina, noto pittore pontino con alle spalle oltre quarant’anni di carriera che ha attraversato vari generi, approdando infine ai “Riflessi”, composizioni incentrate sulla vegetazione del Canale delle Acque Medie - dove l’artista era solito giocare da bambino - che si specchiano su superfici acquatiche. Un omaggio alle zone palustri di Latina e al passato di Farina viene a incrociarsi con il presente, tramite la presenza che troviamo spesso a un lato del quadro di un autoritratto che interiorizza il paesaggio tra contemplazione e integrazione con esso.
Successivamente sarà il turno di Marcello Trabucco, pittore, incisore e scultore capace di creare - in un ossimoro che è solo apparente - una perfetta sintesi tra una calibrata geometria e una tavolozza accesa e vivace, in opere che, seppur astratte, conservano rimandi ad elementi figurativi e paesaggistici, spesso legati ad una visione interiorizzata del mare.
Alla mostra pittorica di Trabucco si avvicenderà quella fotografica di Piero Sanna, artista che si dedica anche alla scultura; sulla sua poetica Fabio D’Achille afferma: “Sanna attraversa la Fotografia con la Scultura (…) quasi a proporre che la fotografia e la scultura possono vivere artisticamente l’una in funzione dell’altra. Nella fotografia naturalmente il supporto digitale interviene a filtrare oggettività e creatività segnica mentre nella scultura, l’artigianalità s’insinua nella sua capacità manipolativa e alle intuizioni digitali si alternano le fusioni e le combustioni di materiali nobili e residuali, nelle sue installazioni, vibranti e trasparenti. È proprio nella trasparenza delle forme il punctum dell’immagine di Sanna, in un attimo la percezione trasforma l’opacità in pura luce”.
A settembre sarà inaugurata la personale di Alberto Serarcangeli, disegnatore, pittore e incisore. Se nelle acqueforti l’artista, grazie a una sapiente e ponderata morsura di un’artigianalità certosina, riesce a creare effetti di sfumature che possono essere definite “tonali”, a favore delle quali diventa quasi impossibile distinguere il segno, nelle opere pittoriche e nei disegni un tratto morbido, fluente e sinuoso circoscrive i soggetti figurativi in modo da creare un risultato in levare.
A concludere la stagione concertistica sarà la mostra di Rosy Losito, pittrice che si dedica anche alla scultura/installazione. Se volessimo esprimere con una parola il percorso artistico di Rosy potremmo definirlo come una liberazione, una liberazione delle sensazioni più autentiche e delle pure emozioni dal controllo - che rischia di diventare una gabbia - della razionalità. Questa liberazione ha attraversato stadi stilistici molto differenti e al contempo uniti tra loro, dove il trait d’union è costituito dallo sgrif, una sorta di scrittura automatica realizzata tramite un procedimento veloce, dove l’istinto, il sentire, prevarica sulle ossessioni del pensiero.

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