Mostre, Prato, 09 July 2009
Il giovane artista toscano è un esponente della figurazione, conosciuto e apprezzato da pubblico e critica grazie ai suoi raffinati disegni realizzati a biro su tavola. “La metafora è la cosa fondamentale che lega tutte le mie opere – afferma lo stesso Palandri, aggiungendo - mi sento più un cronista che racconta sensazioni, fatti, eventi del tempo che sto vivendo. Probabilmente avrei voluto fare lo scrittore, ma ho avuto un dono diverso, invece che raccontare per scritto posso raccontare storie con un'immagine disegnata”. Quale è l’obiettivo di Palandri? “Usare la penna per scrivere immagini, lo scrittore che si fonde con il pittore, il cronista che racconta immagini del pittore scritte dalla penna dello scrittore”. Per questo motivo l’artista definisce le sue opere con un neologismo: “scrisegnate”. Nascono così opere dove è evidente il non-finito e dove la parte disegnata dialoga con le spatolate bianche libere e gestuali. Ecco allora che da un’increspatura dello sguardo si possono intuire vicende, tormenti, storie di anime strappate da angoli della memoria. PAOLA ARTONI
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