DREIZEHN
Mostre, Bologna, 16 October 2009
Opere Recenti

galleria Nera
via Quirino Majorana 9 Bologna

Gianluca Bernardini è dotato di una creatività impertinente in tutti i sensi. Sia nel segno, volutamente provocatorio, basato sui contrasti violenti, sia nelle scelte cromatiche che sottolineano livelli di percezione sovrapposti e stratificati.

L’effetto psichico creato dalle sue opere è di condurre la curiosità su territori di comprensione de-situati, dis-locati, non pertinenti al comune sentire e ai criteri di valutazione che siamo abituati ad esprimere quando osserviamo immagini astratte o caratterizzate da figure riconoscibili.

Apparentemente le sue opere sembrano comunicare qualcosa di famigliare, per cui siamo immediatamente coinvolti ad assaporare le suggestioni evocate da immagini che sintetizzano gli stili grafici contemporanei (fumetto, illustrazione, graffiti) con quelli delle avanguardie artistiche del Novecento.

Anche il segno grafico, nella sua evidente freschezza e mobilità, contribuisce a portare l’attenzione sulle icone dall’estetica multisensoriale generate dal mercato artistico, per cui si è tentati di cercare riferimenti nei molteplici linguaggi dell’arte contemporanea.

Tutto normale, quindi, dal punto di vista della ricognizione razionale, ma non per la nostra percezione emotiva che avverte la presenza sottile e invisibile di valori psichici che trascendono la comprensione intellettiva e ci conducono nella dimensione della creatività subconscia.

L’immagine della Dea Lakshmi e quella del guerriero Mori Shin (?) definiscono simbolicamente le due punte estreme dello spettro di luce in cui è possibile ‘avventurarsi’ nel regno incontrastato dell’artista che rigetta ogni forma di razionalizzazione e crea spontaneamente le immagini che emergono dal profondo.

Se si focalizza l’attenzione psichica sui valori sensoriali trasmessi dai colori e dai segni, si ha la sensazione che “molecole di sangue”, inteso come flusso di energia vitale in grado di far risplendere anche ciò che è già morto e sepolto nella coscienza collettiva, trasudino dalla superficie di ogni opera.

Allo stesso modo con cui il bisturi incide sulla superficie dell’epidermide, l’impertinenza creativa dell’artista riesce a far riemergere aspetti “spirituali” rimossi o negati dalla coscienza collettiva. Sono contenuti invisibili che possono essere descritti unicamente in forma di “trama”, non dissimile dal processo di interpretazione dei sogni.

Pietro Negri

Commenti 2

Cat
13 anni fa
Cat Fotografo
Mes voeux de réussite !
Gianluca Bernardini
15 anni fa
www.nera-art.com

Inserisci commento

E' necessario effettuare il login o iscriversi per inserire il commento Login