È istintivo chiedersi che cosa si possa rappresentare di originale e di inedito su questo orizzonte figurativo, dopo tante opere grafiche, pittoriche o scultoree che, dal Medioevo in poi, per non risalire ancora più indietro, hanno esaltato l’immagine mistica o laica della “Maternità” con accenti di grande tenerezza, di dolci emozioni, di profonda umanità e di valori naturali ed affettivi. Si pensi ad esempio alla “Madonna del Roseto” di Luca Della Robbia, alla “Maestà” di Duccio Di Boninsegna, alla “Madonna con Bambino” di Jean Fouquet, al “Bambino con l’Agnello” di Leonardo, sino alla “Famiglia con Acrobati” di Picasso.
E, invece, questa rassegna, con le sue tante espressioni, forme e tecniche, dimostra che in arte non c’è mai l’esaurito e che il talento, la fantasia, la sensibilità e l’ansia del nuovo di un artista possono innovare ed arricchire un patrimonio plurisecolare. Si badi bene: non c’è niente che i nostri autori aggiungano; possiamo dire che, viceversa, reinventano il mistero della “Maternità”, perché di mistero si tratta, con angolazioni, prospettive, visioni, contorni e simboli che parlano un linguaggio nuovo, moderno, contemporaneo, capace di inserire la “donna in attesa” o la madre con la sua creatura o il bimbo da solo nella realtà di oggi, nella vita di ogni giorno, nell’ambiente circostante o addirittura in un mondo inclemente, spietato, senza parlare dei sussidi tecnici, che offrono sofisticati effetti.
Anche l’omaggio alla femminilità ed all’infanzia segue un percorso diverso; in certe opere vibra un senso drammatico, in certe altre il tocco lirico ha un sapore di attualità; talvolta si accentua il contesto naturale, vegetale quasi a nobilitare il valore del “nido”.
Qualcuno dei sette artisti, farete presto ad identificare i singoli creatori, intinge le figure della madre e del bambino in un’atmosfera di sogno o sul fondale di un cielo enigmatico, avvolgente che porta via con sé la nozione del tempo.
La rassegna, fedele ad un preciso disegno artistico e culturale, presenta spunti di larga varietà ed estensione e di felici innovazioni ed offre anche un contributo esotico, magico, firmato da un artista giapponese, ispirato ad una misteriosa infanzia, che racconta di avere vissuto in un mondo di alieni. Il risultato sta in una pittura dall’umore cosmico, che si ferma a metà strada tra il sapiente, accorto adeguamento della realtà all’arte dei fumetti, secondo una sperimentazione tutta nipponica, e l’esperienza occidentale, acquisita in Italia.
Una costante della rassegna è la felice composizione del nudo femminile, colto negli atteggiamenti più intimi e disinvolti.
Fanno eccezione alcune tele che, sotto una patina surrealista, mettono insieme il racconto di una dura attualità con un piglio ironico, ma non satirico, intessuto di una matura padronanza e di uno spirito di piena libertà.
Solo qualche cenno, dunque, per una rassegna carica di contenuti, ampiamente rappresentativa di nuove tendenze, di un’arte svincolata da moduli classicheggianti, spregiudicata, ma sempre rispettosa dei canoni dell’armonia, dell’equilibrio del rapporto luce-ombra, di effetti e sfumature.
Il presente catalogo vi informerà su presenze, nomi, opere, tecniche e progetti; a voi il responsabile compito di valutare, riconoscere o disconoscere il valore di questa rassegna, che a noi piace definire “una ventata rinnovatrice”. Non pretendiamo consensi anticipati, ma non abbiamo dubbi sul fatto che verificherete l’importanza e lo spessore di questa rassegna.
Gustavo Delgado
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