CHI-BO
Mostre, Bologna, 01 January 1970
CHI-BO


INAUGURAZIONE

Sabato 29 gennaio 2010 | ore 20.30


LUOGO

Bologna, Via Ferrarese 57


DURATA

fino al 20 febbraio 2011


ARTISTI

Photos by

Thomas Weuthen, Anton Solomoukha, Kimiko Yoshida,
Tommaso Fiscaletti

Paintings by

Ye Tao, He Bin, Wang Xiaofei, Wei yi, Mei yi,
Antonella Cinelli, Matteo Nannini, Nicola Delvigo

Nell'anno della cultura cinese in Italia, una mostra di arte contemporanea delle due gallerie che sancisce la relazione tra i due paesi con relazioni diplomatiche da 40 anni.
La storia degli scambi amichevoli fra la Cina e l'Italia risale a tempi remoti, Marco Polo non solo ha presentato la Cina all'Italia in modo particolare e al mondo occidentale in generale, ma ha anche fatto conoscere l'Italia dal popolo cinese. La cultura, l'arte e la civiltà antica dell'Italia sono sempre venerate e rispettate profondamente dal popolo cinese, il cui affetto amichevole verso l'Italia si radica piano piano nella storia e nella tradizione cinesi. Pare che fra i nostri due popoli esista un linguaggio comune e un affetto da condividere, e che questo tacito accordo derivi dal fatto che tutti noi siamo gli eredi delle prestigiose storie e tradizioni millenarie.
Questa mostra voluta dalle due gallerie, cinese e italiana, vuole proporre al pubblico di Bologna lo scambio della diffusione delle due culture dell’arte contemporanea nella precisa consapevolezza che il vero trand trainante della futura economia sarà la cultura. L'evento vede la partecipazione di importanti artisti affermati nel panorama dell'arte contemporanea impegnati nell'utilizzo della fotografia e della più tradizionale tecnica della pittura. Proprio al tema della città soggetta a continue e rapide trasformazioni, Thomas Weuthen (Dusseldorf, 1967) dedica i suoi ultimi lavori, Little words-Shanghai, fotografie di insolite e spaesanti visioni notturne della megalopoli cinese. Consacrata come un’icona e un riferimento della cultura artistica nipponica, Kimiko Yoshida (Tokyo, 1963) continua la sua produzione monologica di approccio minimalista. Usando il proprio volto l'artista inscena su set impersonale un sottile gioco psicologico attraverso il quale reinterpretare il tema della maschera. Anton Solomoukha (Kiev, 1945) importante artista impegnato da anni nella ricerca di una fotografia che faccia uso di un nuovo linguaggio, ha realizzato opere dal forte carattere teatrale in cui i personaggi, tratti dal repertorio religioso o del mito, vengono situati all'interno di uno spazio piccolo e buio, che dà loro un certo risalto e monumentalità. La rassegna fotografica si chiude con l'esposizione dei lavori di Tommaso Fiscaletti (Pesaro, 1981), finalista al Premio Arte 2010, esposti al Museo della Permanente di Milano e caratterizzati dalla presenza della figura umana rapportata al mondo degli animali. Alla sezione delle opere pittoriche si vede la partecipazione degli artisti cinesi Wang Xiaofei, Wei Yi, Mei Yi e Ye Tao (Hefei, 1967), quest'ultimo impegnato in una velata critica alla nuova situazione socio-economica della Cina, aperta all'occidente e ai repentini cambiamenti. I numerosi dettagli arricchiscono l'opera e rendono ancora più incisivo il personale punto di vista dell'artista. He Bin, originario di una zona della Cina occidentale, si dedica alla rappresentazione del mondo dei teenagers, estrapolando dai fumetti, dai videogames e dall'immaginario più antico le tipologie dei suoi personaggi. Gli artisti italiani Antonella Cinelli (Teramo, 1973), Matteo Nannini (Bologna, 1979), Nicola Delvigo (La Spezia, 1975) si sono cimentati nella rappresentazione di tematiche legate all'Oriente, in modo particolare alla Cina. I lavori di Antonella Cinelli e Nicola Delvigo vedono come protagoniste giovani donne dalle fattezze orientali, i cui lunghi capelli neri, gli abiti di seta e le eleganti movenze diventano emblema della stessa civiltà cinese. Matteo Nannini invece racconta di una Cina più contemporanea privata di qualsiasi accento lirico, di una città frenetica scandita dal rumore delle vetture e del vociferare della folla che gremisce i marciapiedi e le strade. Queste opere si fanno interpreti del rispetto e della profonda stima che lega le nostre due culture, un gentile omaggio al passato che ha permesso un legame così saldo e al futuro per un continuo e proficuo scambio culturale.




Commenti 0

Inserisci commento

E' necessario effettuare il login o iscriversi per inserire il commento Login