Quello di Annu Matthew è un lavoro fotografico che mette al centro i rapporti sociali che derivano dalla sovrapposizione e dall’intreccio di storie e culture molto diverse fra loro. Ricerca le cui radici affondano nella vita stessa della Matthew che, nata in Inghilterra, ha sempre vissuto tra l’India (dove ha soggiornato per vent’anni), l’Inghilterra e gli Stati Uniti dove attualmente risiede.
La mostra presenta sette opere di cui sei appartengono alla serie “Re-Generation” (il suo ultimo lavoro che dà il titolo alla mostra) e una alla serie “The Virtual Immigrant ”.
“Re-Generation” è una ricerca che l’artista sta portando avanti dal 2008 e che si sviluppa intorno al concetto di memoria espressa dagli album di famiglia a cui ancora e sempre - da quando esiste la fotografia - affidiamo la nostra storia. Sono loro infatti che raccontano il nostro passato, danno conforto al nostro presente e rassicurano il nostro futuro: forse è per questo che si assomigliano un po’ in tutto il mondo. Ritraggono uomini, donne, bambini, genitori e figli, nonni e nipoti, fratelli e sorelle, sempre nelle stesse pose. Sorridenti o solenni, tutti ostentano felicità, sicurezza, appagamento. Ma le storie che si nascondono dietro quelle pose, quei sorrisi, sono spesso complesse e tormentate.
Le fotografie degli album di famiglia, sovrapposte e montate in lenta sequenza, formano un video che fonde le immagini del passato con quelle del presente in un ciclo continuo che non ha un inizio e non ha una fine.
La ricerca della Matthew è partita dalla sua terra d’origine, l’India, per poi allargarsi al Vietnam e ad Israele. Senza per questo esaurirsi qui, perché quello sulla memoria è un lavoro che ha in ogni angolo del mondo qualcosa da raccontare. A questo proposito, la mostra a Roma rappresenta per la Matthew anche un’occasione per sviluppare la sua ricerca all’interno delle famiglie italiane.
Ad accogliere il visitatore all’ingresso della galleria invece, una fotografia lenticolare (tecnica di stampa grazie alla quale l'immagine cambia a seconda dell’angolazione da cui viene vista) a dimensioni naturali della serie “The Virtual Immigrant ”, un lavoro socio-politico che racconta le trasformazioni della società attraverso le storie di giovani indiani che lavorano nei call center del loro Paese. Spesso le aziende da cui vengono assunti sono americane e come americani è richiesto loro di comportarsi quando rispondono alle telefonate dei clienti, assumendo persino l’accento dello stato americano in cui l’azienda risiede. Questo fa di loro degli “americani di giorno”, degli immigrati virtuali che vestono all’occidentale durante le ore di lavoro e che indossano i loro vestiti tradizionali nel tempo libero. Ed il vivere tra due culture è uno dei temi particolarmente cari ad Annu Matthew che, appunto, tra più culture è nata e cresciuta.
Oltre alla fotografia, l’installazione comprende anche l’audio con i racconti delle persone che l’artista ha fotografato: l’uso del sonoro e del lenticolare come simboli dell'impatto della globalizzazione sulla vita delle persone.
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