Bharat Sikka "Indian Men"
Mostre, Roma, 12 February 2009
Con la mostra di Bharat Sikka, che si inaugura il 12 febbraio 2009, prende avvio alla z2o Galleria un ciclo di
esposizioni che, nel corso del 2009 e 2010, porterà per la prima volta a Roma una serie di giovani e già
affermati artisti indiani con l’obiettivo di offrire un panorama della complessità dell’arte contemporanea di
questo Paese.
Sulla scena romana, infatti, si registra un’assenza piuttosto “anomala”: quella dall’arte contemporanea
indiana. Sebbene negli ultimi anni artisti del Subcontinente si stiano imponendo a livello internazionale
talvolta come “big star”, altre come giovani artisti esordienti, a Roma poco è ancora arrivato di questa “Indian
Highway” (titolo di una collettiva in corso alla Serpentine Gallery di Londra in questo periodo). Ma la
situazione dell’arte indiana - che ancora troppo spesso viene racchiusa in stereotipi che la riconducono alla
pittura come unico mezzo espressivo - è in realtà ben diversa: nell’ultimo decennio, particolarmente
stimolata dai cambiamenti culturali ed economici che la stanno sconvolgendo, ha sperimentato molto in
termini di linguaggi espressivi e nuovi media.
La prima mostra di questo percorso si apre con un fotografo, Bharat Sikka (New Delhi, 1973) che ha scelto
di rappresentare il cambiamento in atto in India in questo ultimo decennio da un’angolazione inconsueta,
fuori dai clichè tradizionali con i quali l’India viene spesso rappresentata: il ritratto di quella classe sociale
indiana che – nel bene e nel male – sta determinando il profondo cambiamento del Paese.
Il lavoro che viene presentato dalla galleria z2o, “Indian Men”, consiste infatti in una serie di ritratti a colori di
uomini – persone di famiglia o amici dell’artista - per lo più di mezza età, appartenenti alla classe medio-alta,
scattati negli ultimi cinque anni.
Quando ho iniziato a lavorare a questo progetto – racconta Sikka - vivevo ancora a New York. La percezione
degli “uomini indiani” era stereotipata, appartenente ad una idea esotica dell’India: quella dei maharaja, dei
sadhu, degli incantatori di serpenti, ecc. Quando sono tornato in India, ho visto l’immagine nel suo insieme
ed ho realizzato quanto particolari siano gli uomini indiani di oggi e quanto diversamente vengono percepiti
dagli occidentali.
Per questa stessa ragione, Indian Men è un progetto che potenzialmente non si esaurisce mai perché
continua è la necessità ed il desiderio di raccontare i cambiamenti in atto in nel Pease attraverso le persone
che di questo cambiamento sono artefici.

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