curatore Maurizio Pradella
IL VELO DI ISIDE
A partire dall'esegesi del celebre aforisma di Eraclito "la Natura ama nascondersi" Ivana Bomben inizia un percorso di ricerca sulla possibilità di sollevare quel velo oltre il quale sta l’indicibile e l’inesplorabile. Non è la curiosità semplice a stimolare il suo lavoro ma la venerazione per il mistero insondabile dell’esistenza. Per questo le forme, i colori, le composizioni, riconoscendo che il nostro rapporto con il reale è fatalmente determinato dalla cultura, coltivano la contemplazione poetica del silenzio e non la rumorosa determinazione di un significato possibile.
Come osserva Umberto Eco, l'Informale nega l’univocità della forma in senso classico, e ne fornisce una più articolata: “ [...]la forma come campo di possibilità." ( Eco, 1962 ).
Questo aumento delle possibilità creative affascina Ivana Bomben che va oltre l’astrattismo e amplia il concetto stesso di forma individuando alcuni orientamenti predominanti nella sua poetica:
quello materico e gestuale, quando inserisce elementi quali tessuti, carte, terre, intonaci e sabbie per chiedere allo sfondo la capacità di accogliere il potere delle cose entro il linguaggio espressivo, con la forza del proprio impulso vitale;
quello spazialista, quando indugia nei vuoti e si sofferma sui campi monocromi per alludere al finito e all’infinito dei luoghi, superando con il velo la bidimensionalita della tela;
quello segnico, quando irride il colore e privilegia appunto il segno, fino alla sua trasformazione in elemento grafico, in scrittura .
Per concludere le sue opere recenti sono astrazioni informali dettagliate. Spazi densi di colore uniforme, di linee primitive che chiamano in causa, nel gesto pittorico, il processo mentale che sta nella ricerca di un senso poetico ulteriore, non oltre il Velo, né al di qua o al di là, ma nella sua presenza ineludibile, nella bellezza che si esprime attraverso un enigma secolare, eppure sempre più attuale. (Alessandra Santin)
Commenti 1
Inserisci commento