IL CAOS è un progetto espositivo promosso dalla Società San Servolo Servizi in collaborazione con la Provincia di Venezia che si svolgerà nell’arco di tre anni, con tre esposizioni che affronteranno tematiche centrali della vita della nostra società: quella del lavoro, la questione della migrazione e quella dei conflitti.
L’idea è quella di documentare l’impegno etico e sociale che sta esprimendo l’arte del presente, privilegiando i linguaggi della fotografia, del video e in generale dei nuovi media.
La trilogia prende il titolo dalla rubrica che Pier Paolo Pasolini tenne dal 6 agosto del 1968 al 24 gennaio del 1970 sul settimanale “Tempo” e che proseguiva il suo impegno rappresentato dalla precedente rubrica “Dialoghi con Pasolini”, che lo scrittore e regista aveva tenuto su “Vie Nuove”. Fu un momento complesso e fondamentale della vita di Pasolini e della società italiana. Si era infatti aperta una crisi profonda con il nuovo sviluppo del capitalismo e con il trauma del sessantotto e Pasolini intraprese una riflessione profonda e molto spesso illuminante su quanto avveniva. Il carattere del nostro tempo è molto diverso, così come gli eventi che lo stanno segnando, ciononostante molte similitudini e tensioni in qualche modo analoghe ci fanno tornare a riflettere su quelle pagine e sui ragionamenti che Pasolini con lucidità e coraggio andava facendo.
Negli ultimi anni tutti hanno notato quanto l’arte abbia modificato il proprio approccio al mondo, scegliendo di impegnarsi nella comprensione della realtà e nella denuncia di quegli aspetti della nostra società più complessi e contraddittori, molto spesso spostando il campo di azione dell’arte dalla dimensione estetica a quella più propriamente etica.
La trilogia IL CAOS vuole rendere testimonianza di questo stato dell’arte, affrontando in maniera esplicita situazioni e tematiche sociali ed etiche, attraverso il lavoro di quegli artisti che stanno significativamente intervenendo in quest’ambito. Il primo appuntamento della trilogia sarà dedicato al tema del lavoro.
Quindi capire attraverso le immagini degli artisti quanto la natura, la tipologia, l’organizzazione del lavoro e dei lavoratori siano cambiate nella nostra società. Cogliere il senso profondo di straniamento e di lontananza, che si è creato tra l’immagine mediatica e la realtà del mondo del lavoro nel nostro Paese e in ambito internazionale. Riflettere sulle condizioni dei lavoratori e di come oggi intendiamo questa categoria.
Questa prima tappa della trilogia vedrà impegnati 8 artisti italiani: Marco Bonafè (Palermo 1981); Gea Casolaro (Roma, 1965); Donatella Di Cicco (Napoli, 1971); Danilo Donzelli (Napoli, 1975); Sandro Mele (Melendugno – LE, 1970); Alice Schivardi (Erba – CO, 1976); Giuseppe Stampone (Clues - F, 1972); Enrico Vezzi (San Miniato - PI, 1979).
In mostra sarà anche presentato un breve estratto di un documentario girato da alcuni cassaintegrati dell’Alitalia.
Il video, dal titolo “Tutti giù per aria” (regia di Francesco Cordio, autori: associazione culturale “Cogito…” insieme ad Alessandro Tartaglia Polcini e Matteo Messina) vuole essere una finestra aperta sulla realtà, che serva a tutti noi come parametro di riferimento, anche per la lettura delle opere degli artisti.
In occasione della mostra verrà attivato un gruppo di discussione su Facebook dal titolo “L’incertezza e la necessità”, amministrato e seguito da Chiara Nicolini che in parte sarà riportato in catalogo, a cui sarà possibile anche accedere direttamente dalla sede della mostra, dai tavoli multimediali che saranno approntati nella zona espositiva e che presenteranno documenti consultabili on line e cartacei dedicati al tema del lavoro. Il gruppo di discussione rimarrà aperto anche durante la mostra e direttamente dalla sede espositiva sarà possibile intervenire. Anche questa modalità di comunicazione servirà a mantenere un rapporto diretto tra l’evento espositivo e la realtà.
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