vita, divenendone materia prima, esiste un solo modo veramente adatto al racconto
di un nuovo inizio. Una mostra, una piccola, stupenda antologia di sé, di
ciò che l’anima con l’aiuto delle mani sublima e trasforma in esperienza artistica.
Così Vittoria Palazzolo, pittrice e scultrice di indubbio talento, racconta il suo
nuovo inizio attraverso la mostra Rinascita accolta presso la galleria Artefilia di
via Barbaroux. Per l’artista, allieva di Cleo Zanello, è finalmente l’alba.Un’alba
splendida e violenta come lo è solo il cuore di una donna. Questa donna per cui
l’arte si è trasformata in destino riscrive la propria storia liberando il gesto artistico
in uno slancio nuovo, più maturo e consapevole. Da questo gesto, da questo
slancio scaturisce un lavorio della materia teso a rincorrere la forma senza
mai volerla raggiungere del tutto. Perché l’oggetto, o il suo debole contorno, è
solo un espediente. Una sorta di magnifico trucco. Quel conta è creare spazio e
opache trasparenze dietro e dentro il colore. Creare squarci in cui riposino nervosamente
eleganza e rabbia. Quel che conta è far sì che chi osserva non possa limitarsi
a guardare, ma scivoli e sprofondi in quegli spazi e in quegli squarci che
sono i territori dell’anima. Per contemplare e godere di questa Rinascita in attesa,
forse, della propria.
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