Galleristi, artisti, critici, soci, collezionisti, appassionati d’arte e giornalisti in posa per la giovane fotografa, che ha realizzato una settantina di opere inedite, pensate per essere esposte “Vis-à-vis”.
La tecnica è uguale per tutti: un 50 mm fisso ed un flash anulare, che pone l’accento sugli occhi, sulle sopracciglia e a volte sul naso, lasciando sfocato il resto del viso.
«Due minuti per ogni scatto», si legge nella nota critica di Chiara Seri, «pochi istanti per svelare il segreto di uno sguardo, la storia di un individuo raccontata attraverso i segni del vissuto, che si addensano sulla pelle come le curve di livello su una carta topografica».
Una galleria di ritratti attraverso la quale Silvia Pastore delinea una mappa fresca ed insolita dell’arte reggiana, che rivela relazioni personali e professionali, molteplici connessioni e rapporti di sincera amicizia.
L’esposizione, che sarà inaugurata sabato 5 maggio alle ore 17.00, sarà visitabile fino al 26 maggio, martedì, mercoledì, venerdì e sabato con orario 17.00-19.30, oppure su appuntamento (340 3545183). Sabato 12 e domenica 13 maggio apertura straordinaria con orario 10.30-12.30 e 17.00-19.30. Ingresso libero.
Silvia Pastore nasce nel 1976 a Torino, dove vive e lavora. Nel 1999 inizia a collaborare con l’agenzia fotogiornalistica LaPresse, che l’avvicina alla fotografia sportiva. Per sei anni lavora come freelance, seguendo le più importanti manifestazioni calcistiche a livello europeo, collaborando con quotidiani nazionali ed agenzie estere. Realizza numerosi reportage industriali, commerciali e sociali. Da diversi anni lavora con un gruppo di artisti provenienti da ambiti professionali diversi. Da questa esperienza collettiva nasce il progetto Officine Vanchiglia, dedicato a fotografia, video e web-design. Ha preso parte a mostre personali e collettive, tra le quali si segnalano “Mostra video fotografica” (Palazzo Bricherasio, Torino, 2005), “Intimacy” (Galleria Campbell, Londra, 2005), “10 anni di IoEspongo”, (Spazio Azimut, Torino, 2007) e “Faces” (Amantes, Torino, 2012).
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