L’esposizione è promossa da Leo van Moric© in collaborazione con l’Associazione Culturale “Workout Pasubio” (Temporary), con il patrocinio del Comune di Parma.
Un progetto nel quale l’arte incontra la tecnologia attraverso la fusione di fotografia, pittura e 3D projection mapping. In mostra, una decina di tavole di grandi dimensioni che rendono omaggio ad importanti testimoni della cultura e dell’arte internazionale dalla seconda metà del XX secolo ad oggi, come Patti Smith, Rudolf Nureyev, Manlio Sgalambro e Julian Beck.
Le opere esposte nascono dalle fotografie analogiche trattate da Aldo Palazzolo, ritrattista e sperimentatore, stampate su carta con una personalissima tecnica denominata “Liquid Light”, «capace di riflettere sullo sgomento della creatività delle origini» (Henry Favrod).
Come spiega il critico d’arte Sandro Parmiggiani, «Aldo Palazzolo ha fissato, a suo tempo, i ritratti di dieci personaggi che non potrebbero mai definirsi “in cerca d’autore” [...]; Fabio Iemmi ha riprodotto queste immagini, ampliandone le dimensioni e ricorrendo all’impressione con gli UV, su una superficie di tela di juta, sopra la quale aveva incollato tessuti con trame damascate, tracciato linee diagonali e forme geometriche, e steso intonaci, associati a cere e a spellature che ne esaltano il carattere di reperto, tecnica che, da sempre, caratterizza la sua ricerca pittorica, in cui antichi colori sono ibridati con minuscoli frammenti di minerali [...]. In queste opere il labile, residuo confine tra fotografia e pittura viene definitivamente valicato e cancellato, attraverso un’osmosi, una compenetrazione, un’ibridazione di mezzi».
«Succede – spiega Fabio Iemmi – che certi incontri abbiamo del miracoloso. Piccoli prodigi non casuali imputabili ad un destino che strizza l’occhio a ignari passanti, scuotendone l’esistenza». «I Santissimi – aggiunge Rolando Gualerzi, letterato – fanno parte di quelle persone che ci si rammarica di incontrare troppo raramente, ma alle quali non si smette di pensare: poiché la vita non è qualcosa di personale».
Valeria Patrizia Li Vigni, direttore di Palazzo Riso, infine, sottolinea come «Due competenze si fondono in questa mostra innovativa che espone i Liquid Light di Aldo Palazzolo rielaborati e trasportati su intonaco da Fabio Iemmi, dando all’opera un carattere di reperto».
Il percorso espositivo, ideato da Studio GAAU, prevede la suddivisione dell’aula unica del Padiglione Nervi in una ritmata sequenza di cappelle laterali che culminano in una sorta di abside, nella quale è collocata l’opera transustanziale di Luigi Bertogalli.
Per 3D projection mapping s’intende una tecnica di proiezione su superfici non convenzionali, nello specifico una scultura pensile polimaterica creata da Fabio Iemmi. Luigi Bertogalli, applicando le ultime tecnologie al mondo dell’arte, ha prodotto una sintesi rielaborata dei ritratti, degli intonaci e dei pattern.
La pianta da cattedrale romanica e l’illuminazione dal basso vestono le figure di una profonda aura sacrale, alimentata anche dall’ambiente sonoro “Hanamichi” creato da [ guido.lusetti ] | [ loalue ] e da inedite percezioni olfattive.
La mostra, che sarà inaugurata venerdì 22 gennaio alle ore 18.00, sarà visitabile fino al 19 febbraio 2016, da mercoledì a venerdì ore 16.00-20.00, sabato ore 10.00-13.00 e 16.00-20.00, domenica ore 16.00-20.00. Ingresso libero. Per informazioni: Leo van Moric© (tel. +39 348 0948950, info@leovanmoric.it, www.leovanmoric.it). Il progetto sarà successivamente proposto ad Arezzo ed in altre città.
Aldo Palazzolo, nato a Siracusa nel 1948, vive tra Modica e Lucerna. Fotografo autodidatta, consegue una solida preparazione tecnica con una ricerca sul linguaggio del corpo. Il suo lavoro si caratterizza per una stampa ineccepibile ed una visione oggettiva e soggettiva sui modelli. Ritrattista e sperimentatore instancabile, interpreta lo spirito del tempo immortalando i protagonisti della storia contemporanea (Borges, César, Adonis, Rava, Nureyev, Restany, Savall, Andreotti, Michelucci, Zorio, Sinopoli, Glass, Smith, Cucchi, Paladino etc.) con una tecnica di stampa, denominata Liquid Light, capace di riflettere sullo sgomento della creatività delle origini (Henry Favrod).
Fabio Iemmi, artista, opera da Reggio Emilia. Dal 1998 coopera a nove progetti di sviluppo culturale promossi e finanziati dalla Unione Europea e, dal 2005, svolge missioni culturali per il Ministero degli Esteri (Sostegno al Museo della Storia dello Shaanxi di Xi’an, Cina, 2005-2007) e per Unione Europea (Progetto Han-Pisa, assistenza tecnico progettuale al museo Han Jangling di Xi’an, Cina, 2008-2010). Coordina cantieri nell’ambito del restauro architettonico, artistico e dell’architettura contemporanea, dove realizza anche suoi progetti artistici con le tecniche della pittura su intonaco e ricerche polimateriche. Diverse le pubblicazioni e le collaborazioni in ambito editoriale.
Leo van Moric© è un progetto di ricerca ed innovazione finalizzato all’utilizzo della tecnologia nel mondo dell’arte per introdurre nuovi strumenti che amplino e attualizzino la fruizione dell’opera stessa. Non ha assolutamente il fine di indagare la “sostituibilità” dell’opera d’arte con la sua rappresentazione tecnologica. È un progetto di allestimento di luoghi non consueti che esaltino l’arte e la tecnologia. È un luogo fisico di sperimentazione, di continuo cambiamento, di esplorazione dell’ipotesi che esista una forma d’arte “partecipata” tra arte e tecnologia.
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