La mostra, che prende il nome da una celebre canzone di Zucchero, "Hey man", comprende una ventina di fotografie in bianco e nero realizzate dal 1992 ad oggi, che ci portano a riflettere sul passato del nostro paese e sui grandi flussi migratori che stanno interessando oggi l’Italia e l’Europa.
Come si legge, infatti, nella nota critica di Chiara Serri, “Mettendo a confronto diverse forme di povertà, Ermanno Foroni ci restituisce l’immagine di un’Italia che cambia, ricordandoci che prima di essere terra di immigrazione, siamo stati un popolo di migranti. Proprio per questo, il suo sguardo non indugia tanto sulla ricerca formale, quanto sull’espressività della figura umana, ripresa senza enfasi retorica e con grande dignità”.
L’esposizione, che sarà inaugurata sabato 30 aprile alle ore 17.30 in presenza dell’autore, sarà visitabile fino al 25 maggio 2011, martedì, mercoledì, venerdì e sabato con orario 17.30-19.30, oppure su appuntamento. Sabato 7 e domenica 8 maggio ore 10.30-13.00 e 17.30-19.30.
Ermanno Foroni nasce a Reggio Emilia nel 1958. Da subito pone particolare attenzione ai temi sociali dell’emarginazione, dello sfruttamento del lavoro minorile e della condizione femminile. Nel 1986 un viaggio in Brasile trasforma l’interesse per la fotografia in passione ed impegno sociale. Seguono negli anni successivi veri e propri reportage. Tra i tanti, Sud Africa, India, Romania, Afghanistan, Sierra Leone e Congo. Le sue fotografie sono raccolte nei volumi "Bangladesh, fatica di vivere" (FIAF, 2000), "Uomini senza" (Unesco, 2002), "Lukanga" (2003) ed "Il ritorno del sogno" (2006). Alcune sue opere sono apparse sui più diffusi quotidiani nazionali.
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