Mostre, Venezia, 24 November 2008
DI-VISIONI/VISIONI DI è il frutto di una sinergia di dialoghi che si rincorrono e si compenetrano ponendo i riflettori su una panoramica multiforme e accattivante del percepire contemporaneo. Ne sono esempio i lavori dell’ironica Valeria Giordano che ci propongono una garbata ma decisamente analitica caricatura sociale che, attraverso libri, dipinti o piccole tessere, ripropongono le pose familiari della noia, dell’attenzione, del di neutri omini presi a paradigma della variegata vetrina sociale. Antonio Guiotto, invece, ci mette di fronte alla paradossale assenza dell’oggetto–arte convenzionalmente inteso sopperendo la mancata visualizzazione oggettiva dell’opera con la voce narrante dell’artista stesso che proietta la mente dell’ascoltatore nella scena “virtuale” di un modello di mostra d’arte contemporanea attraverso un’accurata descrizione dei particolari. Le tinte violente e linee marcate dei lavori di Elisabetta Magnani, dichiarano la profonda e conflittuale osmosi dell’artista con la propria tela erta a portavoce, addirittura martire, dei rischiosi disagi che possono dipendere dall’incomunicabilità moderna. Paolo Polloniato, invece, ci propone un insolito esperimento in cui, servendosi della familiare tecnica della ceramica, ci offre dei
capricci che rispettano la nostra contemporaneità, collage contemporanei dove cuce tradizione e modernità: nude ceramiche marchiate dal segno indelebile della società metropolitana. Con un’ eclettica installazione Alberto Scodro presenterà gli svariati “punti di vista” degli artisti protagonisti di questa collettiva, presentando al pubblico "l’unica apertura che guarda il vuoto visibile ed esterno in noi.
Una visione più intimistica e sussurrata è invece quella di Francesca Zucca che ci presenta dipinti delineati da biomorfiche fantasie e tinte pastello, scorci domestici che ci svela timidamente utilizzati alla stregua di un alfabeto utile a comporre un’immagine. Riccardo Zuliani, infine, con infiniti ritagli rettangolari di riviste di giornale ci propone un sofisticato viaggio prospettico quasi futuristico attraverso le sue metropoli di fantasia, prive di tangibili e riconoscibili dettagli urbani, forse rimando alla frenesia del vivere contemporaneo che sempre meno concede il lusso e la possibilità di soffermarsi sul “particolare” delle svariate sfaccettature dell’esistenza.

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