L’evento ha l’obiettivo di presentare un fenomeno che ha coinvolto tutto il mondo, portando un’assoluta ventata di freschezza non solo nell’Arte, ma anche nella musica, nel design e nello stile di vita di tutti i giorni: il fenomeno POP.
Lo stile Pop è euforico, il suo linguaggio semplice ed immediato, la sua iconografa è diretta ed universalmente conosciuta, prendendo la sua ispirazione dalla vita di tutti i giorni.
Accessibile, colorato, dirompente, amato, comprensibile e distintivo, è per sua natura una realtà che viene consumata all’istante.
Non costringe a prestare attenzione, semplicemente la attira con dinamica forza d’impatto ed intelligente proprietà comunicativa.
Il Pop è, infatti, prima di tutto comunicare e sorprendere; e viene quasi spontaneo concordare con Plinio de Martiis, celebre critico italiano, quando, guardando agli artisti della Pop Art italiana (Scuola di Piazza del Popolo), affermava:
“La Pop Art me la ricordo allegra, come sono allegre le vetrine di una città; appassionante come i manifesti del cinema; seducente, come la pubblicità. E mi viene da sorridere di certi miei pregiudizi di allora quando, di fronte a “Coca Cola” o “Esso” di Mario Schifano, criticavo i cedimenti all’”imperialismo culturale americano”. Al contrario, la Pop Art fu una liberazione. Spazzò via la soffocante accademia informale che ancora imperversava l’Europa.”
Ma dove nasce il concetto di Pop? Quando si inizia a parlare di Pop Art?
Erano gli anni Sessanta, gli anni del dopoguerra.
Fu allora infatti che la necessità di tornare a “nuova vita”, a dimenticare i passati cruenti della guerra, a rimarginare le sue grandi ferite e la voglia di ripartire ebbero il sopravvento dando fiducia e nuovo entusiasmo sia al mondo di tutti i giorni che a coloro che sentivano di voler esprimere nell’arte e nella cultura questo senso di rinascita.
Gli anni in cui nasceva Cinecittà; gli anni in cui la televisione entrava nelle nostre case portando l’America dei miti e dei consumi.
Erano gli anni della Coca-cola, di Marilyn Monroe, di Elvis Presley, della Esso, della Iveco; di un mondo che iniziava a guardare verso un’unica direzione.
Ecco dunque il “pretesto”, proprio quel guardare verso un’unica direzione, una direzione che ha creato i protagonisti di cui la Pop si è nutrita e di cui si nutre tuttora, siano essi Marylin Monroe, James Dean, Maria Callas, Luciano Pavarotti, oppure Ventino Rossi, Francesco Totti, la Coca Cola o il Mc Donald’s.
Pop anche tu ? rappresenta questo mondo, in una mostra che non solo celebra i grandi protagonisti del movimento artistico internazionale, come Andy Warhol, Roy Lichtenstein, Robert Rauschenberg, Mario Schifano, Tano Festa, Franco Angeli, Concetto Pozzati, Renato Mambor, Mimmo Rotella, Enrico Manera, Marco Lodola, ma pone un’importante riflessione al visitatore, in riferimento ad una celebre frase di un Andy Warhol che anticipava quello che di lì a qualche decennio sarebbe diventata una realtà di fatto:
“In futuro, tutti saranno famosi per quindici minuti”
In un mondo fatto di comunicazione, un mondo governato dalla pubblicità, un mondo dove tutto è possibile e nel quale chiunque, grazie alla televisione, può sentirsi famoso, anche solo per quindici minuti, oggi, nel mondo dei reality show e del Grande Fratello, il punto di vista è cambiato.
Il protagonista è cambiato.
Oggi il protagonista puoi essere tu!
Il bombardamento di immagini e di parole è incessante, scritte al neon ed insegne luminose fanno parte del nostro quotidiano, ed avere la possibilità effettiva di essere sulla bocca di tutti è sempre più alla nostra portata (pensando ad episodi clamorosi dove una semplice idea fa parlare telegiornali nazionali e programmi tv)
È davvero questo quello che vogliamo?
Siamo veramente pronti a sentirci in vetrina?
Avendo la possibilità di essere ritratti su uno schermo luminoso alto 15 metri nella via principale di Las Vegas fino alla realizzazione di ritratti personalizzati nel classico stile warholiano ecco che la domanda sorge spontanea:
nel Terzo Millennio, sei Pop anche tu?
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